martedì 31 gennaio 2012

Fuori dal coro



Sicuramente parte di voi già conosce la locanda di cui mi appresto a scrivere oggi, ma pensando a quelli che ancora non hanno avuto il piacere di conoscerla e alla luce dell'ottima impressione fattami procedo senza indugi in questa personale recensione.
A dire il vero non amo usare la parola "recensione" per descrivere i posti in cui capito a desinare, preferisco piuttosto definirli racconti enogastronomici, poichè unisco anche quelle che poi spero giungano a voi come emozioni e magari vi spingano a provare e il ristorante e la ricetta e il vino.
Se in località Santarcangelo, passando di fronte al Poligono di tiro (conosciuto ai più, sia pacifisti che guerrafondai) vi spingete oltre in direzione Canonica, dopo una breve serie di curve in salita, vi troverete nella frazione di Montalbano ( nel senso di paese e non di commissario ovviamente) e li ubicata avrete il piacere di scoprire la Locanda Antiche Macine.
E' un podere che unisce ampi spazi esterni ( pratici infatti per i festeggiamenti nuziali, pratica in cui si dilettano i proprietari) con semplici e rurali saloni interni, arredamento datato per quello che invece di datato non avrà nulla: il menù.
E qui vengo al titolo.Personalmente inizio a trovare serie difficoltà nel riuscire a stupirmi in quello che è l'attuale panorama culinario romagnolo.
Se non si raggiungono collinari anfratti dove il vostro portafoglio rischia davvero di chiedervi pietà infatti pare assodato lo standard delle carte dei ristoranti, con i soliti 4 o 5 primi e le varie tagliate, filetti e grigliate miste con contorni di stagione ( anche fuori stagione azz).
Un bel " che palle" ce lo mettiamo !?
Io non conosco lo chef, ma a lui vanno i miei complimenti per quello che secondo me è un menù che pur ricalcando la tradizione riesce a rivisitare piatti ed ingredienti in maniera oserei dire "saggia" e non snatura quelli che sono gli accostamenti che tanto piacciono ai rumagnul.
Polpettine di mortadella con pomodori canditi,porcini e verze nonche' un galletto alla diavola spiedinato con patate, olive e cicoria ( super davvero) mi hanno regalato emozioni vere ( come direbbero i ragazzi del Grande Fratello).
Dulcis in fundo, appunto,Bignè fritti al cioccolato bianco,crema di torroncino e Armagnac crumble al the e
fave di cacao.
Che dire, eccezionale! Come eccezionale è anche la scelta dei vini e anche qui si esce dalla solita monotonia.
Consigliatissimo.Penso che un giro se lo faranno anche papà e mamma Mazzola quando giungeranno dal nord in visita al loro gastronomico figlio.



Come mio solito aggiungo il link del sito della locanda.

http://www.antichemacine.it/home.asp?

domenica 29 gennaio 2012

REVENGE



Ebbene si, il Matto ci riprova!
Dopo l'indiscusso successo della sua prima ricetta, Matteo ci delizia con una dettagliata spiegazione per la preparazione dei famosi " Strozza del Matto", cucinati per la combricola in occasione della cena di cui avevo fatto ampio resoconto in un post precedente.
Mi piace sempre pubblicare le ricette del Matto poichè quando le ricevo e leggo, noto sempre un particolare amore anche nello scriverle cercando di appassionare il futuro potenziale cuoco fin dalla semplice lettura.
Bravo Matto, qui troverai sempre lo spazio che meriti.
Intanto voi beccatevi la ricetta!


ingredienti per 6 persone affamate:
1,2 Kg di strozzapreti freschi
5 salsiccia di suino selezionato (meglio ancora se di mora romagnola)
500g di funghi Champignon
200g di funghi Porcini Secchi
Un bicchiere di vino bianco
2 Spicchi Aglio 
Panna q.b.
Olio q.b.
Pepe q.b.
Sale q.b.

Procedimento:
2 h prima mettere a bagno i porcini in acqua tiepida, poi scolarli e tenere l’acqua che utilizzeremo per sfumare gli champignon

Smontare i morelli di salsiccia e rosolarli in padella con un filo d’olio sfumando con del vino bianco e una spolverata di pepe (se la salsiccia è già molto pepata evitate
In una padella a parte trifolare i funghi champignon con i due spicchi d’aglio ( che poi devono essere tolti) alternando la sfumata con l’acqua dei porcini e il vino bianco, aggiungere i porcini sfumare ancora per un paio di minuti.
A questo punto aggiungere la salsiccia e incorporare il tutto con po’ di panna.
Cuocere gli strozza in acqua bollente salata, scolare e saltare in padella.
Buon Appetito dal Matto



Come accompagnamento enologico io consiglio un vino che personalmente non mi ha mai deluso, declinato nelle sue numerose varianti e prodotto da varie cantine. Oserei dire una sicurezza. Il Montepulciano D'Abruzzo, un vino troppo sottovalutato ma con un carattere ed un sapore che difficilmente si accosta ad altre uve e per questo unico e davvero soddisfacente. Per saperne di più cliccate il link. http://www.enotecaregionale.abruzzo.it/IT/


Per chi vuole inoltre dilettarsi nella produzione casalinga della pasta ho inserito dei tutorial (video spiegazioni) qui a destra nella sezione " guarda qui"

mercoledì 25 gennaio 2012

AVVISO



Nel mese di febbraio ho intenzione di indire un concorso per chiunque voglia inviare una sua ricetta da poter pubblicare sul blog.
Chi vorrà partecipare dovrà iscriversi nei lettori del blog ( sezione "chi si è seduto a tavola" a destra nella pagina) ed inviare il suo "capolavoro" con tanto di ingredienti e dettagliata preparazione.
A fine mese le tre ricette più lette verranno nuovamente messe in concorso tra loro in uno speciale sondaggio e la migliore vincerà un premio in VINO.

N.B. è richiesta onestà dai partecipanti anche alla luce del fatto che come amministratore del blog il sottoscritto riesce a visionare il traffico e la provenienza dei voti.

Amicici partecipate numerosissimi!!!!

La prima cena!



Si è svolta la primissima, ma solo di una lunga serie, cena ad alto contenuto eno-gastronomico dedicata al presente blog " Il tovagliolo di ValentinoMazzola" ( tutto attaccato mi raccomando), nella splendida location di villa Foschi di Rimini.
Già l'atmosfera all'arrivo dell'autore ( me medesimo) faceva presagire fuochi d'artificio culinari, infatti ad attendermi trovavo un padrone di casa già al terzo flute di spumante che invitava il sempre presente President a stappare l'ennesimo Franciacorta per festeggiare l'evento e un indaffaratissimo Matto completo di elegante giacca da Chef ( qual'è ) che spadellava ponendo gli ultimi ritocchi a quel quadro di Mirò che era il suo sugo per gli strozzapetri.Sugo composto da funghi porcini ( secchi ma di ottima qualità), una salsiccia che tuonava e un tocco di panna.
Pasticciati direte voi!.....Si pasticciati ma con un tocco di maestria unico vi assicuro. ( Matto, la ricetta subito che qui la aspettano!!!!!)
Dopo aver "stemperato" il palato con formaggi e salami forniti da Andrea accompagnanti da Prosecco di Valdobbiadene e Franciacorta ( due metodi differenti ma entrambi eccezionali, inserisco in fondo gli approfondimenti con il link) , siamo quindi passati al primo piatto del Matto....che dire...davvero buoni gli strozzapreti freschi con questo sugo bianco.
Anche qui l'allegro sestetto svuotava una ottima bottiglia di rosso Beato Enrico delle tenute Santini di Coriano
http://www.tenutasantini.com/home.cfm arrivata direttamente dalla cantina del Maestro Bove.
Ah ..perchè non ve l'avevo ancora detto....si era in sei giovedì sera!
Il sottoscritto,Andrea President, l'Architetto,Il Migliore,Il maestro Bove e il Matto.Non si scherzava mica eh!!
Dopo il ricco primo si iniziava con il portare in tavola il decanter con all'interno il corposo Ampeleia, ( vino maremmano, date un'occhiata) di Roccatederighi, paese montano sicuramente da visitare  non fosse altro che per la particolarità dei suoi vigneti posti a diverse altezze sul livello del mare.http://www.ampeleia.it/it/tenuta/territorio/
Per un vino così importante si doveva studiare un secondo con sapori decisi ma in armonia tra loro e questo il ValentinoMazzola ha cercato di renderlo possibile elaborando una sua ricetta "cavallo di battaglia", il Polpettone in pasta sfoglia.
Polpa macinata scelta, 4 prugne secche denocciolate,dei pistacchi di Bronte tritati,un bel tocco di mortadella a dadini,una fetta di pane imbevuta di latte, un tocco di sale, paprica dolce, un uovo intero....tutto da miscelare insieme in una grossa terrina e dopo aver formato una sorta di strudel su una teglia, da mettere in forno per 20 minuti a 180 gradi, così senza aggiungere altro.
Dopo averlo fatto raffreddare , avvolgere il tutto in una pasta sfoglia e rimetterlo in forno per latri 20-25 minuti sempre a 180 gradi. servire caldo.
La dolcezza della prugna , vi accorgerete, farà da contrasto con la mortadella e il pistacchio salato.
Non c'è poi nulla da dire sull'ottimo tiramisù presentato dal Migliore, oramai un'istituzione nel campo dei dolci al cucchiaio.
Un buon caffè e una morbidissima grappa ( terminata inevitabilmente) chiudevano quindi la Kermesse.
Grazie per l'accoglienza Luca, ma è già ora di pensare alla prossima serata.....chi vuol venire?!

http://enoteca-sommelier.blogspot.com/2010/08/champagne-spumante-italiano-metodo.html

domenica 22 gennaio 2012

CHARLOT - TE al cioccolato e noci






Eh si, finalmente anche la Romina ci ha inviato una sua ricetta pluriesibita e pluripremiata, per di più un dolce e .......Dio solo sa quanto i dolci siano ben accetti su questo blog, vuoi per incapacità dell'autore ma vuoi sopratutto per golosità degli amici lettori.
Quindi Siori e Siore .....dopo il dolce del Migliore....la ValentinoMazzola Production è lieta di presentare su queste pagine.........rullo di tamburi......il lato morbido della Romi!!!!
Ragazzi, non fraintendete mi raccomando......un giorno se fate i bravi ve la presento la Romi, intanto cimentatevi nella sua ricetta che ovviamente riporto dall'originale qui di seguito:

" I Dolci? , la mia passione.....ecco una ricetta facile e veloce:Spezzetta una tavoletta di cioccolato fondente da 75 gr e falla sciogliere a bagno maria in una casseruola con due cucchiai di acqua. Aggiungi due cucchiai di zucchero e due di burro. Mescola vigorosamente e aggiungi due tuorli d'uovo uno alla volta.Fai cuocere cinque minuti e togli dal fuoco.
Monta a neve le chiare delle uova e uniscile al cioccolato con due cucchiai di noci tritate.
Versa piano mezza tazzina di caffè  nero molto forte, un cucchiaio di cognac e 4 savoiardi (o biscotti secchi) sminuzzati.
Dividi la crema in due coppette larghe e decora il tutto con della panna o, meglio ancora, della crema chantilly.
L'ingrediente segreto? Un pò di chill-out unita ad un divano morbido e....un fidanzato simpatico!"

Grande Romi e a tutti....buon appetito!

giovedì 19 gennaio 2012

Discorsi Divini

Visto che su questo blog mi capita spesso di parlare di vini e abbinamenti alle ricette che presento o che mi inviano gli affezionati di questo piccolo diario enogastronomico...e non solo.....allora vi segnalo brevemente il sito dell'enoteca Burioli, luogo di ritrovo per gli amanti del vino e non solo come vi accorgerete da subito spulciando le varie sezioni.
Occhio particolare anche alla parte dedicata alla cantina San Lorenzo in Scanno.
Quindi ...compiti a casa per oggi: visitare il sito direttamente dal link che appongo qui sotto.
http://www.enotecaburioli.com/vino/



Prestissimo un post sulla prima cena dedicata al blog.

martedì 17 gennaio 2012

Architetture culinarie.



Ci sono disegni e progetti semplici che stupiscono per la loro genialità.
Ci sono ricette popolari che conquistano ogni palato per la versatilità e la capacità di farsi apprezzare da molti.
Forse il segreto della cucina sta proprio qui, nel saper coniugare semplicità, linearità, amalgamando vari elementi, strizzando l'occhio al gusto comune.
Proprio come l'architettura, espressione capace di coniugare e rendere perfetti ingredienti apparentemente diversissimi tra loro.
Cavolo, ma mi sono confuso, ho parlato di una , pensando all'altra, o forse no!
In ogni caso, il mio amico Luca, architetto di professione ma cuoco per passione saprebbe spiegarsi meglio del sottoscritto, brandendo micromine 0.5 e libri riguardanti la Bauhaus.....ma qui, ha deciso per tutti noi di esibirsi in una ricetta da lui più volte sperimentata e che a dire di molte ha trovato più successi anzichenò.
Per cui amanti delle case o dell'arredamento d'interni non potrete ora esimervi dal preparare i favolosi gnocchi Corbusier ( come li ha definiti l'autore per la presenza del formaggio Brie all'interno) e gustarveli magari davanti alla televisione guardando un programma a tema sui canali Sky.

RICETTA ( sempre trasposta in originale)

N.B. Vorrei farvi notare come il cuoco riporta anche una sorta di "capitolato" enunciando non solo le quantità ma anche i costi relativi e il tempo di "posa". Beh ragazzi questa è professionalità!

GNOCCHI BRIE E NOCI
ricetta per quattro persone:

- 650 g di gnocchi
- 300 g di noci intere da sgusciare
- 200 g di formaggio Brie
- noce moscata

ottima resa e minima spesa, difficoltà preparazione bassa
spesa circa 10 euro - tempo di preparazione circa 20minuti

-porre sul fuoco la pentola con acqua per la cottura degli gnocchi 
-sgusciare le noci
-porre sul fuoco una pentola con acqua e sbollentare le noci 200g per circa 3 minuti dalla bollitura e scolare (lasciare circa 100 g di noci fresche nel piatto per guarnire a fine preparazione) 
- tritare le noci sia sbollentate che fresche e attendere 
-fondere in una padella antiaderente il formaggio Brie (togliendo la buccia) aggiungendo tre cucchiai di latte
- quando il formaggio è sciolto aggiungere i 200 g di noci sbollentate e tritare la noce moscata qb
- terminata la cottura degli gnocchi scolarli e completare l'opera facendoli saltare per circa 30 sec nella padella del Brie con noci.
- impiattare e guarnire ciascun piatto con i restanti 100 g di noci fresche.





Luca, allora attendo ansioso altre tue ricette e magari suggerimenti su abbinamenti di vini.

domenica 15 gennaio 2012

0 gradi Celsius

Svegliarsi la domenica mattina, presto, con l'intenzione dopo una buona colazione di poter godere di quel tiepido sole che in questi giorni faceva capolino dietro le pochissime nuvole e quindi spingersi a fare una sana e rigenerante passeggiata sul porto canale di Cesenatico o nel centro storico di Santarcangelo, stando ben lontano dai caldi ma sintetici centri commerciali.....si è rivelata speranza vana.
Una gelida e umidissima aria che dopo pochi minuti iniziava a congelarmi naso e zigomi mi ha portato a ripiegare in buon ordine tra le mura domestiche a riscaldarmi con una tazza bollente di the ( infrè, perchè fa bene qui e....qui) e ad escogitare un diversivo festivo per evitare di passare l'intera giornata stravaccato sul divano alternando continuativamente  lo stato di semiveglia a quello di catalessi di fronte ai noiosissimi programmi finanziati dalla rapina di stato chiamata canone Rai.
Guardando fuori, i tetti biancastri e i prati ghiacciati, solo una parola risuonava insistentemente nella mia testa: POLENTA....POLENTA.....POLENTA......e polenta sia allora, che diamine!
Amici mie, io tante volte, do, proponendovi le mie ricette o quelle dei colleghi cuochi-lettori ( tutti voi potenzialmente intendiamoci) per scontata la capacità di chiunque a preparare quelle che sono le basi della cucina , per lo meno quella semplice e popolare di cui mi sento portatore in queste mie umili pagine su web.
Basi che, badate bene, anche io , come tutti , ho dovuto apprendere da altri e poi con impegno e passione migliorare,per arrivare a quella attuale che sicuramente e solo l'inizio di una strada che spero mi porterà a divertirmi sempre più con padelle e scodelle.
Detto ciò...ciò detto: la Polenta.
Parliamo di quella Bramata, cioè la rustica.
La preparazione vi impegnerà per circa un'ora e abbisognerete di

1/2 kg di farina di mais bramata
4 litri di acqua ( non ferrarelle please!)
un pò di sale.

STOP

Ora, in una pentola molto capiente ( certo il paiolo in rame sarebbe l'ideale, ma dubito che la maggior parte della popolazione lo detenga in casa, se mi sbaglio, tutti col paiolo!),fate bollire l'acqua, salatela appena raggiunge la temperatura, riattendete il ritorno delle bolle e poi...aggiungete la farina , piano piano e sbattendola continuamente con una frusta per evitare il formarsi del nemico numero uno della polenta, i grumi.
Continuate con la frusta ma poi dopo 5 minuti passate al cucchiaio da cucina .Il momento giusto per l'avvicendamento e quello in cui si passa dagli schizzi di polenta incontrollabili appena non la girate più, ad una leggera solidificazione...quello è il momento giusto.
Benissimo, ora armati di pazienza.....o per i più fortunati  di un paiolo elettrico, continuate così per 45 minuti fino a quando noterete la polenta sui bordi della pentola staccarsi e inabissarsi al centro .
Solo ora potete smettere di girare ( sempre nella stessa direzione mi raccomando) e rovesciare la vostra creatura su un tagliere o un piatto da portata.


La vedrete ben densa e fumante e quindi potrete ,se vorrete , renderla concia , sciogliendo al suo interno un bel pezzo di Fontina Valdostana e un grosso tocco di burro e ripassandola in forno per circa 10 minuti.
Se invece volete gustarla come accompagnamento alla carne allora vi consiglio una salsiccia cotta nel pomodoro con un bicchiere di vino rosso e abbondante pepe.
Sono comunque tantissime le ricette inerenti la polenta, così come i tipi, quindi magari divertirsi a spulciare un vecchio libro della nonna o un nuovissimo sito internet di ricette per poi dilettarsi nella preparazione di questo piatto squisitamente invernale, può essere davvero un bel modo per passare qualche ora in allegri e soddisfazione.
Per quel che riguarda l'accompagnamento enologico, io consiglio un vino con un certo "polso" diciamo ( per non usare tutti quei termini da sommellier, scusa geppe) e lascio qui di seguito i link di quelli che secondo me si addicono meglio a questo "non leggero" piatto.
http://www.langhevini.it/pagine/ita/denominazioni/barbera-alba-doc.lasso

http://www.comune.dogliani.cn.it/la_citta/bottega_del_vino_dolcetto_di_dogliani/dolcetto_di_dogliani/

http://www.giovannamadonia.it/ombroso.htm

P.S. Messaggio per il mio amico Luca: la tua ricetta troverà spazio a breve e sarà un successone.

venerdì 13 gennaio 2012

SVICKOVA NA SMETANE



Letteralmente: Filetto in salsa di panna.
Ebbene si, carissimi amici, con mia enorme soddisfazione, i confini di questo piccolo diario culinario si stanno davvero allargando e quest'oggi sono davvero felice di poter proporre un'originale ricetta proveniente dalla città dalle cento torri, Praga.
Direttamente dalla penna , anzi ,oserei dire dalla tastiera di un amico del blog trapiantatosi in Repubblica Ceca ( dove tra l'altro ha trovato l'amore ) giunge fino a noi questa ricetta di carne tipica della Parigi dell'Est, tipica di una cucina che nonostante il fiorente periodo della sua nazione è riuscita a mantenere i connotati prettamente popolari.
Ricca di calorie, grassi ( quelli buoni però) e zuccheri.
Quindi, orgogliosamente, propongo questa ricetta di Michele, comprensiva di tutte le salse che accompagnano come d'ordinanza i piatti cechi.

SVICKOVA NA SMETANE filetto di manzo arrostito in casseruola servito con una salsa di verdura ricca e cremosa, leggermente dolce e guarnito con mirtilli o fiocchetti di panna montata. 

INGREDIENTI:Polpa di magra ( 800 gr. circa )
1 cipolla,3 carote, un bel pezzo di rapa di sedano, alloro, pepe nero macinato sale aglio olio di semi, panna da cucina.

PROCEDIMENTO:

Frullare cipolla, rapa, carote e soffriggere in un po di olio di semi. Mettere la carne già tagliata a fette abbastanza grosse (1,50 cm. ) e soffriggerla per bene fino a quando prende colore, poi  aggiungere 1 litro circa di acqua e far cuocere fino a quando la carne è diventata morbida (1 ora circa ).
Durante la cottura aggiungere sale ,alloro, pepe e 1 spicchio di aglio.
A cottura ultimata mettere da parte la carne e frullare per bene le verdure cotte (se il sughetto di verdure è troppo acquoso fare bollire fino a giusta evaporazione ,poi aggiungere al sughetto  la panna da cucina e la buccia di 1 limone grattuggiata. Mettere le fette di carne nel piatto ricoprirle col sughetto preparato, aggiungere sopra una spolverata di prezzemolo o di erba cipollina a pezzetti, oppure dei fili di peperoni colorati.  Fare bollire nello stesso tempo dei gnocchi (di solito è il grosso gnocco ceco, ma solo le nonne ceche li fanno ormai...quindi usiamo quelli piccoli) e presentarli nel piatto assieme alla carne, ricoprendo il tutto di sugo.

Michele, poi si spinge anche oltre, consigliando a chiunque voglia partire e andare ad assaggiare il piatto direttamente in loco , il posto giusto.
Inserisco qui di seguito il link del ristorante indicato dall'autore della ricetta.
Oltre ad essere uno dei locali più in voga di Praga , è frequentatissimo da stuoli di avvenenti ragazze, che si regalano ore di svago farcite di buona cucina ed ottima musica.
Quindi ragazzi, a buon intenditor poche parole.








http://www.techtle-mechtle.cz/galerie-detail/58




mercoledì 11 gennaio 2012

Il lato dolce del Migliore.....

Sottotitolo: C'è fermento ....c'è fermento!

Intanto spieghiamo il doveroso secondo titolo di questo post.
 Con mio enorme gradimento, devo constatare che in qualche modo, il piccolo cuoco latente che si nasconde dentro ognuno di noi,sta uscendo, facendo capolino e quindi iniziano ad arrivarmi alcune belle ricette oppure dei commenti sia qui che sulla pagina facebook del ValentinoMazzola. http://www.facebook.com/profile.php?id=100003163342375

BENISSIMO!!!!

Benissimo ragazzi, di sicuro non voglio fregiarmi del titolo di cuoco solitario,anzi cerco nuovi collaboratori in grado di divertirsi e di stimolare ulteriormente la comunità che segue questo blog e che udite..udite...si sta davvero allargando giorno dopo giorno.

Arriviamo ora alla ricetta di oggi. Un dolce.
Ebbene si, devo ammetterlo, non sono abilissimo ( però me la cavo, intendiamoci) autore di preparazioni dolciarie da fine pasto, per cui, quando il mio amico ( misterioso, ha inteso rimanere così in quanto impegnato abitualmente in lavori e ambienti che lui stesso definirebbe difficili e insidiosi) ha deciso di inviarmi un suo cavallo di battaglia e codesto corrispondeva ad una gustosissima cheesecake, beh....allora....subito mi sono adoperato per trasferire le dolci indicazioni del Migliore su queste pagine per poter dare a tutti voi modo di poterle seguire ed eseguire.

Per cui bando alle ciance e a seguire , ingredienti e preparazione con relative considerazioni finali dell'autore, lasciate intonse a futura memoria.




250 gr. Biscotti secchi
125 gr. Burro
250 gr. Mascarpone
250 gr. Ricotta
100 gr. Zucchero
N° 3   Uova
Marmellata frutti di bosco


Preparazione:
Sciogliere il burro in un pentolino e tritare i biscotti secchi in una ciotola..amalgamare il burro fuso con i biscotti e stendere uniformemente il tutto in una tortiera, (pressare con cura per dare compattezza)…riporre la tortiera in frigo per 20/30 minuti….nel frattempo unire mascarpone, ricotta, zucchero e uova miscelando gli ingredienti con cura fino ad ottenere una crema liquida senza bolle d’ aria ecc…a questo punto una volta recuperata la tortiera dal frigo versare la crema in maniera tale da ricoprire regolarmente la base di biscotti….infornare a 180 g° X 25’….attendere il naturale raffreddamento e stendere un generoso strato di marmellata ai frutti di bosco e riporre in frigo….


…ricetta che si predispone facilmente a interpretazioni e modifiche personali…io così l’ ho imparata e mai ho registrato lagnanze anzi tutt’ altro..



Ma la vogliamo aprire una bottiglia di passito, magari di Sangiovese, per venire incontro ai numerosi lettori giustamente romagnoli...o magari una bella bottiglia di Moscato d'Asti con delle belle bollicine che puliscono bene la bocca da questa morbidissima ricetta?
Direi proprio di si e per tale motivo vi lascio alcuni link.
I link che vi lascio sono come gli approfondimenti che i professori suggerivano agli stanchi studenti...i più bravi ne facevano tesoro ...gli altri, tutti dietro la lavagna!


lunedì 9 gennaio 2012

Il mistero del T-Bone Station



Il titolo di questo post, potrebbe far pensare, ai quelli di voi più affezionati  al blog, ad un'altra stravagante avventura culinaria di ValentinoMazzola, me medesimo o ad uno strano racconto del terrore ambientato in qualche demoniaca cucina riminese.
Nulla di tutto questo...per ora almeno.
Diciamo che il mio è quasi un invito, una richiesta di notizie direi, su quella che doveva , almeno dallo start up di quest'estate, diventare la più in voga tra tutte le steakhouse tex mex di Rimini e circondario.
Imboccando Viale Vespucci nel trascorso periodo estivo vi sarà sicuramente capitato di far cadere l'occhio sul fuoristrada, completo di livree pubblicitarie o ancor più sulle sinuose curve della hostess che invitava a scoprire e provare quella che apparentemente doveva essere la novità nel panorama della ristorazione della provincia.
Il vecchio "Caffe delle Rose" infatti , d'incanto, si era trasformato nella nuova e luccicante sede della italianissima catena di paninoteche chic, steakhause tex mex ( cucina piccante simil messicana) T-Bone Station.


Ora...mi sfugge totalmente, il motivo per il quale a pochi mesi dall'apertura sembra essere calato l'oblio su quella sfavillante prospettiva.
Tavoli vuoti e solinghi camerieri si aggirano infatti nell'ampio spazio minimal del locale, reso ancora più malinconico ( intendo lo sapzio minimal vuoto e non il locale di per se arredato in maniera moderna e funzionale) dalle totali vetrate che danno sull'imbocco di uno dei salotti di Rimini.
Vi annuncio che comunque a giorni passerò a provare quelli che , a detta di molti, sono i suoi ottimi hamburgers e le sue sfiziose specialità.
Quindi sarò sicuramente più esaustivo.
Non mi arrendo certo davanti a due tavoli vuoti e per voi vado fino in fondo!
In ogni caso, se qualcuno di voi avesse sperimentato l'esercizio in questione , non lesini commenti e racconti in merito.
Vi lascio i link da visionare per saperne di più.

http://www.t-bone.it/it/locali/rimini.html

sabato 7 gennaio 2012

Un'orgia di sapori



Come diceva la pubblicità? : " la scioglievolezza........."
Ma no ValentinoMazzola, quello era un cioccolato svizzero!
Ok ok, ma secondo voi che cosa penserebbe questa bella mucca sapendo di aver contribuito in maniera fondamentale a quella che l'altra sera è stata letteralmente un'orgia del gusto, un amplesso di sapore!?
Sarebbe fierissima.
L'aver dato il proprio latte per creare dei capolavori caseari come quelli che sono stati stesi sul mio personale tagliere in legno dopo che avevano percorso tutta la pianura padana ( amici del sud, almeno la pianura padana possiamo ammettere che esiste no!?) ed essersi accomodati in attesa per qualche giorno nei ripiani bassi del frigorifero è sicuramente il naturale epilogo che ogni Lola auspicherebbe al proprio nettare.
Ho dovuto ,senza nemmeno pensarci un momento, fotografare queste opere, come si potrebbe fare con La Gioconda al Louvre di Parigi o il David di Michelangelo a Firenze. Infatti alle famose Gallerie Culinarie Romagnole , al calar del sole e solo per pochissime ore , si è svolta la grande mostra gastronomica ( non itinerante, non sarebbe nemmeno riuscita ad arrivare alla mia porta di casa) dedicata ai formaggi piemontesi.
Esposti i famosissimi : Gorgonzola di Novara , Gorgonzola stagionato della Val Sassina ( unica deroga , in quanto in provincia di Lecco), Toma d' alpeggio e una Reginella delle Langhe ( robiola mista mucca-pecora).
Ovviamente un pasto del genere non può essere consumato in totale solitudine ma devono in ogni caso essere coinvolte solamente persone che possano comprendere a pieno ciò che si nasconde dietro un forte sapore di stalla o emozionarsi quando ,al primo taglio, incredibili effluvi odorosi si diffondono nella stanza e intontiscono letteralmente i commensali.






Io auguro ad ognuno di voi, di poter vivere una tale esperienza,anche perchè l'entroterra romagnolo nasconde numerosissime perle di gusto come quelle sopra descritte.
E' davvero una soddisfazione ,per il palato ma anche per il cuore, in fredde domeniche invernali, muniti di pneumatici adatti, inerpicarsi per paeselli dove almeno a tavola la storia si è arrestata qualche decennio fa e scoprirne i segreti , seduti sotto un tavolo di legno con sopra una buona bottiglia di vino rosso che ridona sollievo ad ogni boccone.



Per la specialissima cena in questione, ho azzardato una scelta, un pò controcorrente ma rivelatasi azzeccatissima.
Ho accompagnato i forti sapori di montagna con una ottima birra rossa , MENABREA di Natale.
Cercatela e provatela, davvero completa e facile da abbinare anche con  carni saporite.Una buona alternativa al vino.

http://www.birramenabrea.com/

www.cittadinovara.com/?p=6163

giovedì 5 gennaio 2012

La ricetta del Matto.

Ragazzi, questo è quel che mi aspetto dal blog e finalmente i primi frutti si raccolgono.
Il mio amico Matto, esperto assaggiatore e abile cuoco ci invia una ricetta da lui preparata per quel che sappiamo essere uno degli appuntamenti più attesi da tutti i mangioni del mondo. La cena della vigilia del Santo Natale.
Per cui, gente di poca fede ma di tanta forchetta,rimando qui sul diario enogastronomico ciò che il sopra menzionato mi ha fatto pervenire sulla nuova e attivissima pagina di facebook del ValentinoMazzola.
Vai Matto, continua così!




difficoltà:medio-bassa
500g di tagliolini o pasta all'uovo
400g salmone affumicato (quello dell'IKEA è spaziale)
1 confenzione di panna da cucina
1 confezione di panna liquida 
erba cipollina
scorza di limone 
vodka bianca (meglio se ABSOLUTE)
pepe q.b.
olio q.b


Procedimento:
fare soffriggere in padella con dell'olio il salmone precedentemente sminuzzato sfumandolo con della vodka liscia cercando di non incendiare la casa, in questa fase aggiungere un po di erba cipolina.
Appena noti che il salmone è a puntino aggiungere la panna da cucina e quella liquida, abbassare il fuoco ed emulsionare il tutto lasciandolo andare per qualche minuto aggiungendo un poco di scorza di limone gratugiato.

Cuocere i tagliolini in acqua bollente precedente salata aggiungendo un filo d'olio nell'acqua che impedirà alla pasta di attaccarsi.

Saltare i tagliolini nel sugo aggiungendo erba cipollina e scorza di limone (non troppa) che grazie al calore rilascerà il suo olio essenziale.

Impiattare decorand il piatto con dell'erba cipollina.



Vi lascio il link di facebook

martedì 3 gennaio 2012

7 ore di vita a Copenhagen




Tante infatti sono le ore di luce che si possono godere nella capitale danese in questa stagione .
Sette ore per camminare tra le strette e animate vie del centro, sette ore per navigare lungo i canali che percorrono l'intera città o per passeggiare sui bastioni dell'antica cittadella militare, immersi nel verde e nell' Hygge.
Già...l'hygge danese.Una parola per cui una traduzione reale non c'è, perchè racchiude un modo di intendere la vita, uno stato d'animo.....anzi uno stato d'essere.
Sono Hyggelig bere un bicchiere di vino caldo aromatico in mezzo al parco del Tivoli , oppure un sorso di cioccolata calda sdraiati sul divano mentre fuori piove o buttarsi e sprofondare nel morbido letto con la persona amata.Si perchè la fortuna di avere un appartamento a Copenhagen e non la solita stanza d'hotel può davvero darti l'opportunità di vivere a pieno i lenti ritmi di questa ordinatissima città del nord.
E quando fuori fa buio, ValentinoMazzola, l'alternativa è solo il divano?
Quando la luce del sole sparisce dietro i tanti campanili, ci si può inoltrare nei magnifici grandi magazzini sparsi per tutta la città, magari, come ha fatto il sottoscritto, nel celeberrimo Magasin du Nord e scendere al piano interrato a scoprire le prelibatezze culinarie di questa parte d'Europa.


Così ci si può trovare la sera di Capodanno, a Copenhagen, lontano dai familiari fornelli, a spignattare o meglio preparare e impiattare le leccornie appena acquistate.
E' una dura sfida quella che intraprende una persona,uomo o donna che sia, che decide di assaporare le originali aringhe danesi, conservate e fatte "invecchiare" in una particolare salamoia e poi condite con semplice cipolla bianca.
Ne ho provate tante di stranezze, a tavola, ma l'aringa vi giuro che non sono riuscita a finirla.Ho finito invece con gusto il tonno crudo, letteralmente "caramellato"da una salsina con aceto e chili.
Peccato per il vino! Niente da fare , se si vuole andare sul sicuro non bisogna fidarsi dei francesi!
E' una cucina ultracontaminata, quella danese.Fortissime sono infatti le tracce gastronomiche francesi ma altrettanto quelle asiatiche, dovute credo alla grande comunità giapponese che vive in città e che in parte gestisce ottimi ristoranti dove si può gustare del freschissimo sushi.
Di tipico, uno chef , a Copenhagen, oltre alle già citate preparazioni di mare ( peraltro l'aringa la conserveranno in circa 200 maniere differenti) vi proporrà della gran carne, di bue ma anche di anatra , senza tralasciare le famosissime anche qui (oltre che in Svezia) polpette, proposte in una miriade di maniere e accompagnate da una moltitudine di salse.
Ora mi fermo qui, non voglio riversare e sprecare tutto quello che ancora mi circola nelle vene di questo meraviglioso viaggio.Come diceva qualcuno: chi mi ama mi segua!

www.visitdenmark.com

shop.magasin.dk

Questi sono i link dell'ufficio del turismo danese e dei magnifici Magasin du Nord. Date un'occhiata.
Inoltre, qui a fianco,ho inserito alcuni filmati riguardanti il grande luna park del Tivoli.Davvero unico!
Ho deciso di sostituire il contatore delle visualizzazioni del blog con una frase celebre o comunque interessante che di volta in volta avrò voglia e cura di scrivere all'inizio della pagina.
Ho pensato, nonostante il cospicuo numero,  fosse inutile e avulso dallo spirito di queste pagine il controllo numerico di coloro che avevano avuto interesse a leggere ciò che scrivo, quindi ridando pienamente valore e umanità a questo diario culinario.......e non solo, vi invito a partecipare se vi và, inviando commenti, pensieri e se vi aggrada anche ricette da proporre subito sul blog.
                                                                                           

                                                                                                       ValentinoMazzola