mercoledì 29 febbraio 2012
La musica è finita....gli amici se ne vanno.
Probabilmente il titolo di questo mio post dedicato alla fiera del "Sapore" di Rimini potrebbe, anzi può sicuramente, riassumere l'edizione 2012 dell'evento dedicato al panorama enogastronomico italiano riservato quasi esclusivamente agli operatori.
Poco , anzi oserei dire nullo, lo spettacolo, zero personalità, poche novità tecnologiche ma specialmente ...pochissimi visitatori!
Fino a pochi anni fa erano due le manifestazioni che si succedevano in terra di Romagna per parlare alle ampie platee di gusti, mode e innovazioni nel mondo del bere e del mangiare, l'attuale "Sapore" e l'ormai lontano "pianeta birra", dovutesi riunire per forza di cose in una sola organizzazione per fronteggiare il calo di interesse già venuto a galla l'anno scorso.
Non credo sia solo una questione di crisi economica, che per di più si sta abbattendo su tutta europa, dove invece le fiere del settore filano col vento in poppa ( senza andare tanto lontano basta lucidarsi gli occhi con l'appena passata " identità golose" svoltasi a Milano), credo sia più un problema legato alla città che ospita, oramai ridotta ad un'arancia spremuta senza più nemmeno una goccia da poter offrire.
Risulta assai triste, per un amante del cibo e del buon bere, constatare il palese forfait dato dalle maggiori case
legate all'industria gastronomica.Parlo per esempio di Unilever , marchio che racchiude Knorr, Algida, Calve , solo per dirne alcune, che nemmeno ha approntato il progetto di uno stand in fiera, oppure la Marr, presente solo dopo un'estenuante corteggiamento degno di un Montecchi in quel di Verona.
Anche i grandi maestri del gusto quest'anno potevano apparire sui tabelloni dei latitanti in qualsiasi Questura italiana....niente Bottura...niente Scabin....nemmeno un piccolo Rugiati per far contente le ragazzine in piena esplosione ormonale....niente!
Certo , camminando tra le esposizioni, è stato molto semplice degustare le numerose birre artigianali proposte, ma la tristezza negli occhi degli standisti non permetteva nemmeno di assaporarne appieno le particolarità che ognuna di esse offriva al palato.
Occhi che se avessero potuto parlare avrebbero detto: "...dove sei finito "pianeta birra" , dove siete nugoli di ragazzi alticci che chiedevano di poter sorseggiare l'ulteriore bionda,allontanati da numerosi e nerboruti operatori della sicurezza, dove siete ammiccanti ragazze mezze svestite,utili alla causa come un richiamo per tordi in stagione venatoria...dove...?
Dove non si sa, a Rimini non di certo.
A questo punto cosa dovremmo aspettarci il prossimo anno?Non sarebbe più decoroso soprassedere ed invitare quindi tutti a trasferirsi altrove per ritrovare vigore e slancio che qui ,in riviera, pare si siano persi durante una mareggiata invernale?Purtroppo penso che anche senza inviti ufficiali avverrà comunque.
Nonostante tutto, il ringraziamento va al mio amico Geppe ( socio A.I.S.) che mi ha accompagnato durante l'esplorazione e grazie al quale sono stato ospite del gruppo Marr ( gentilissimi) per il momento di riempimento cambusa , alla Marr stessa e a coloro che nonostante tutto anche quest'anno ci hanno creduto e anche quest'anno se la sono presa nel....
lunedì 27 febbraio 2012
" Cannoli" di Tacchino alla Isa
Amici cari, in attesa di potervi presentare una strepitosa ricetta dolce di cui mi sono reso coprotagonista o meglio coautore l'altra settimana , oggi voglio regalarvi le istruzioni per poter servire in tavola un piatto semplice ma che nasconde uno studio di sapori mica da ridere...frutto di svariati tentativi andati a vuoto ma non di certo sprecati visto il risultato finale degno di un libro di cucina.
Purtroppo non dispongo di fotografie a corredo di tale ricetta, poichè totalmente rapito dai sapori non ho provveduto a scattarne.
Il secondo in questione è L'INVOLTINO di TACCHINO alla ISA. Dove Isa non è una specie di tacchino ma bensì mia suocera, che dopo essersi perfezionata alla perfezione ( piace???) con la cucina di pesce, ora riceve numerosi complimenti anche cimentandosi in quella di terra.
Ingredienti
un appunto: qui le dosi dipendono molto dai gusti e da quante persone si siedono al tavolo quindi....
Fettine di tacchino ( abbastanza sottili mi raccomando)
pinoli
formaggio primo sale
foglie di menta
pepe -sale
qualche cipolla borettana ( quelle piccole e dolci)
Il lavoro da svolgere non è per nulla complicato.
In una padella ampia iniziate a stufare con un filo d'olio le cipolle fino a farne un letto morbido e accogliente.
Poggiate su un tagliere le fettine di tacchino, stendetele per bene e preparatele ad accogliere il prelibato ripieno.
Ora, prendete il formaggio, i pinoli ( non troppi ) alcune foglioline di menta e create una sorta di crema-composto abbastanza compatto, macinate anche un po' di pepe.
Create degli involtini con la carne , farcendoli abbondantemente con il composto preparato ed adagiateli nella padella sul letto di cipolle.
A coperchio chiuso fate cuocere molto bene finchè non vedrete dorare il tacchino.
Mi raccomando, chiudete le estremità con gli stuzzicadenti, in modo da non fare aprire l'involtino e quindi disperdere il contenuto.
Aggiustate con un po di sale quasi a fine cottura.
Servite molto caldo e godetevi la crema che uscirà da questi "cannoli" di tacchino e si riverserà sulle cipollotte morbide e dolci che faranno tranquillamente da contorno al piatto.
Rinnovo ancora una volta l'invito a chiunque lo desideri, ad inviare ricette, pareri o anche semplici commenti.
Qui sono ben accetti.
Vi invito anche ad iscrivervi al blog o anche solo a segnare il vostro indirizzo e- mail nell'apposito spazio a destra per essere sempre aggiornati in merito ai nuovi post del "tovagliolo".
venerdì 24 febbraio 2012
Sono un Massone.
Beh ,se come recita uno dei primi principi essenziali dello statuto della Massoneria, essa è una sorta di organizzazione di mutuo soccorso, allora si, lo ammetto sono un Massone e ne vado orgoglioso e felice.
Felice innanzitutto, poichè non ci sarà mai pranzo o cena luculliana in un qualsivoglia ristorante stellato che potrà mai battere quella breve ora passata in un piccolo e disadorno bar-tavola calda del centro di Rimini, in compagnia di due amici che altro non vogliono che passare un pò di tempo insieme a te.
Quindi , prendendo come punto fermo che il locale in questione si chiama Pam Pam ( e se non lo conoscete vuol dire che non lo dovete conoscere), ringrazio M. e P. per i sempre rilassanti momenti che amano ritagliare nella loro incasinatissima giornata professionale.
Detto ciò...ciò detto....veniamo ad una ricetta , questa volta salatisssssima, che la nostra oramai Fotochefreporter mi ha generosamente inviato al fine di poter essere divulgata il più ampiamente possibile su queste modeste pagine enogastronomiche.
La Ramona, da donna rurale, qual'è ci invita ad usare le noci. Ramo, ma che inviti sono questi?!
A parte gli scherzi, leggiamoci, prepariamoci e poi gustiamoci questi splendidi
RIGATONI ALLE NOCI
Ingredienti per 2 persone, con tanta fame.
200 gr di pasta
20-25 noci
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di olio
4 cucchiai di grana padano
100 gr di panna liquida (io ho preferito quella leggera a base di yogurt più delicata per un piatto così)
2 foglioline di basilico
Preparazione:
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata
intanto in una padella far soffriggere i due spicchi di aglio con l'olio, aggiungere le noci tritate grossolanamente, un po d'acqua di cottura della pasta e in ultimo la panna con una fogliolina di basilico per insaporire.
Scolare la pasta al dente e saltare il tutto nella padella spolverando con il grana e facendo insaporire.
Impiattare e decorare con la rimanente foglia di basilico.
Buon appetito!
Penso proprio che sarà la ricetta per il mio pranzo di domani e la dedico in particolare ad un amico del blog, lo Chef turco Bilal, che lavora presso l'Antica Locanda Arnavutkoy di Istambul, premiata come miglior nuovo ristorante di Turchia. Chissà che non possa entrare in futuro nel suo menu'.
mercoledì 22 febbraio 2012
Ausiliare
E' in giornate come queste , dove la salute non mi accompagna di certo, i raffreddamenti si susseguono vertiginosamente e l'umore non si può di sicuro considerare alle stelle che il trovare la motivazione giusta per sperimentare ricette e poi proporle su questo mio diario trova realmente una difficoltà difficile da superare.
Se poi vogliamo anche aggiungere la miseria di tempo che mi trovo a disposizione , voi capirete come può risultare prezioso l'aiuto di amici, conoscenti o anche semplici proseliti del blog, al fine di aggiornare queste mie modeste pagine virtuali.
Anche questa settimana l'apporto mi giunge dalla Romina che forte della sua splendida forma, continua a presentarci fascinosi e invitanti dolci come quello che vi allego papale papale come mi è stato inviato.
Ragazze e ragazzi , ditemi voi se la Romina non è oramai una blogger finita?!
Ebbene si...ho un debole per il cioccolato, quello fondente però. Potrei rinunciare a qualsiasi dolce, si fa per dire naturalmente, ma al cibo degli Dei proprio no. Vuoi mettere la soddisfazione di lasciar sciogliere in bocca un quadrato, meglio due, di fondente? Non c’è gara...il caro, buon, vecchio e adorabile cioccolato vince sempre. E allora che ne dite di una cremosa e profumata cioccolata calda? Ne ho provate tante di ricette ma questa è quella che preferisco, le dosi sono per quattro tazze...a voi decidere se per quattro o due persone:
200 gr di cioccolata fondente in pezzi
1l di latte fresco intero
2,5 dl di panna fresca liquida
1 baccello di vaniglia
2 cucchiai di zucchero di canna
Sciogliete la cioccolata in pezzi con 2dl di latte. Portate ad ebollizione quella restante con lo zucchero e la vaniglia. Filtratelo sulla cioccolata sciolta. Rimettete tutto sul fuoco per 5 minuti girando con la frusta. Versate nelle tazze e gustate...
E se proprio volete esagerare aggiungete un cucchiaio di panna montata e delle scaglie di cioccolato per ogni tazza...golosoni!!!
Se poi vogliamo anche aggiungere la miseria di tempo che mi trovo a disposizione , voi capirete come può risultare prezioso l'aiuto di amici, conoscenti o anche semplici proseliti del blog, al fine di aggiornare queste mie modeste pagine virtuali.
Anche questa settimana l'apporto mi giunge dalla Romina che forte della sua splendida forma, continua a presentarci fascinosi e invitanti dolci come quello che vi allego papale papale come mi è stato inviato.
Ragazze e ragazzi , ditemi voi se la Romina non è oramai una blogger finita?!
Ebbene si...ho un debole per il cioccolato, quello fondente però. Potrei rinunciare a qualsiasi dolce, si fa per dire naturalmente, ma al cibo degli Dei proprio no. Vuoi mettere la soddisfazione di lasciar sciogliere in bocca un quadrato, meglio due, di fondente? Non c’è gara...il caro, buon, vecchio e adorabile cioccolato vince sempre. E allora che ne dite di una cremosa e profumata cioccolata calda? Ne ho provate tante di ricette ma questa è quella che preferisco, le dosi sono per quattro tazze...a voi decidere se per quattro o due persone:
200 gr di cioccolata fondente in pezzi
1l di latte fresco intero
2,5 dl di panna fresca liquida
1 baccello di vaniglia
2 cucchiai di zucchero di canna
Sciogliete la cioccolata in pezzi con 2dl di latte. Portate ad ebollizione quella restante con lo zucchero e la vaniglia. Filtratelo sulla cioccolata sciolta. Rimettete tutto sul fuoco per 5 minuti girando con la frusta. Versate nelle tazze e gustate...
E se proprio volete esagerare aggiungete un cucchiaio di panna montata e delle scaglie di cioccolato per ogni tazza...golosoni!!!
domenica 19 febbraio 2012
C'era una volta...
C'era una volta un piccolo paese a due passi dal mare e in una casetta piccolina, al primo piano, viveva una piccola principessa.Il suo nome era Martina.
Questa biondissima e bellissima principessa era anche una brava bimba, o meglio signorina, visto che aveva già 6 anni e amava tantissimo ballare.
Così mentre la principessina Martina ballava e ballava e ballava , la sua mamma le preparava sempre delle buonissime torte e sopratutto quella che alla nostra ballerina classica piaceva di più in assoluto e cioè la torta al cioccolato.
Certe volte quando Martina arrivava a casa iniziava a sentire l'odore di cacao già dalla strada, altre volte invece aiutava la sua mamma a preparare questo delizioso dolce.
C'era una volta.....ma c'è ancora, come c'è ancora il gusto di preparare qualcosa di semplice e genuino per il solo motivo di fare felice chi ci vuole bene.
E allora quale spazio migliore di queste pagine per poter ospitare la ricetta che ci manda la Laura.
Chiamiamola la Torta della Ballerina.
40 grammi di farina
80 grammi di zucchero
125 grammi di cioccolato fondente
80 grammi di burro
4 uova
un pizzico di sale
Sciogliere il cioccolato a bagno maria insieme al burro e allo zucchero, nel frattempo montare gli albumi di tre uova a neve.
Appena il cioccolato si è sciolto unirlo ai tre tuorli aggiungendo anche il quarto uovo intero.
Mescolare il tutto, quindi unire le chiare montate, mescolare bene e unire la farina.
Infornare a 180 gradi per 20 o 30 minuti.
Vale la prova stuzzicadente.
Spolverare con zucchero a velo.
Spero vi piaccia!
Ci piace, ci piace, vero amici?
Mandate consigli,commenti e ricette se avete voglia di condividere con la comunità o se semplicemente volete vederle pubblicate sul blog, sarò lieto di accontentarvi.
Alla prossima
Vostro ValentinoMazzola
Questa biondissima e bellissima principessa era anche una brava bimba, o meglio signorina, visto che aveva già 6 anni e amava tantissimo ballare.
Così mentre la principessina Martina ballava e ballava e ballava , la sua mamma le preparava sempre delle buonissime torte e sopratutto quella che alla nostra ballerina classica piaceva di più in assoluto e cioè la torta al cioccolato.
Certe volte quando Martina arrivava a casa iniziava a sentire l'odore di cacao già dalla strada, altre volte invece aiutava la sua mamma a preparare questo delizioso dolce.
C'era una volta.....ma c'è ancora, come c'è ancora il gusto di preparare qualcosa di semplice e genuino per il solo motivo di fare felice chi ci vuole bene.
E allora quale spazio migliore di queste pagine per poter ospitare la ricetta che ci manda la Laura.
Chiamiamola la Torta della Ballerina.
40 grammi di farina
80 grammi di zucchero
125 grammi di cioccolato fondente
80 grammi di burro
4 uova
un pizzico di sale
Sciogliere il cioccolato a bagno maria insieme al burro e allo zucchero, nel frattempo montare gli albumi di tre uova a neve.
Appena il cioccolato si è sciolto unirlo ai tre tuorli aggiungendo anche il quarto uovo intero.
Mescolare il tutto, quindi unire le chiare montate, mescolare bene e unire la farina.
Infornare a 180 gradi per 20 o 30 minuti.
Vale la prova stuzzicadente.
Spolverare con zucchero a velo.
Spero vi piaccia!
Ci piace, ci piace, vero amici?
Mandate consigli,commenti e ricette se avete voglia di condividere con la comunità o se semplicemente volete vederle pubblicate sul blog, sarò lieto di accontentarvi.
Alla prossima
Vostro ValentinoMazzola
venerdì 17 febbraio 2012
Delizie fotogeniche.
Ebbene...qui non si scherza affatto!
La Ramona dopo una segregazione degna della monaca di Monza, causa neve e non Gran Premio, risalito il monte, dona a noi una squisita ricetta degna della migliore pasticceria italiana.
Oserei dire un "classicone" ma per nulla banale o scontato, una crostata alla crema pasticcera da togliere il fiato.
Se poi aggiungiamo che la nostra novella confisseuse è anche una brillante fotografa.....beh...allora possiamo godere anche con le nostre pupille.
Ramona, a te e a tutti gli amici e amiche del blog, dedico questo dolcissimo post pre week end.
Grazie e alla prossima.
PER LA PASTA FROLLA:
250g di Farina Bianca 00
100g zucchero
100g burro
3tuorli d'uovo
pizzico di sale
Far sciogliere il burro in un pentolino a fuoco basso con un goccio di latte
Disporre in un recipiente la farina e dopo averci fatto un buco in mezzo aggiungere lo zucchero il burro fuso i tre tuorli e il pizzico di sale
ipastare il tutto fino ad ottenere una pasta morbida e omogenea
coprire con della pellicola oppure un panno
e far riposare per una mezzoretta
intanto si puo preparare la crema...
PER LA CREMA:
1|2 l di latte
100g zucchero
50g farina bianca 00
4 tuorli d'uovo
far scaldare il latte a fuoco basso e intanto in un recipiente mischiare energicamente (preferibilmente con il frullino) i 4 tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto quasi bianco
continuando a mischiare unire piano piano il latte che dovra' essere tiepido (se no rischiamo di fare delle uova strapazzate dolci se troppo caldo il latte), e in ultimo unire la farina
riposizionare il tutto sul fuoco basso continuando a mischiare fino ad ottenere una crema abbastanza densa da velare il cucchiaio.
Infarinare uno stampo tondo e non troppo alto
spianare la pasta frolla formando un cerchio e ricoprire lo stampo
compresi i bordi facendo aderire bene
versare dentro la crema una volta freddata
e con dell'altra pasta frolla creare 4 o 6 striscioline da incrociare sulla crema come si fa per le crostate.
Infornare il tutto a 180° (forno preriscaldato) per una mezzoretta
ed ecco pronta una crostata semplice e genuina fatta con ingredienti freschi ma sopratutto con le vostre manine.
Sempre che poi non ve ne caschi la meta' perterra quando viene il momento di volerli fare una foto!!!
il tocco personale: un pizzico di cannella sia nell'impasto che nella crema
se vi avanza della pasta frolla potete creare dei veloci e gustosi biscotti!!
La Ramona dopo una segregazione degna della monaca di Monza, causa neve e non Gran Premio, risalito il monte, dona a noi una squisita ricetta degna della migliore pasticceria italiana.
Oserei dire un "classicone" ma per nulla banale o scontato, una crostata alla crema pasticcera da togliere il fiato.
Se poi aggiungiamo che la nostra novella confisseuse è anche una brillante fotografa.....beh...allora possiamo godere anche con le nostre pupille.
Ramona, a te e a tutti gli amici e amiche del blog, dedico questo dolcissimo post pre week end.
Grazie e alla prossima.
PER LA PASTA FROLLA:
250g di Farina Bianca 00
100g zucchero
100g burro
3tuorli d'uovo
pizzico di sale
Far sciogliere il burro in un pentolino a fuoco basso con un goccio di latte
Disporre in un recipiente la farina e dopo averci fatto un buco in mezzo aggiungere lo zucchero il burro fuso i tre tuorli e il pizzico di sale
ipastare il tutto fino ad ottenere una pasta morbida e omogenea
coprire con della pellicola oppure un panno
e far riposare per una mezzoretta
intanto si puo preparare la crema...
PER LA CREMA:
1|2 l di latte
100g zucchero
50g farina bianca 00
4 tuorli d'uovo
far scaldare il latte a fuoco basso e intanto in un recipiente mischiare energicamente (preferibilmente con il frullino) i 4 tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto quasi bianco
continuando a mischiare unire piano piano il latte che dovra' essere tiepido (se no rischiamo di fare delle uova strapazzate dolci se troppo caldo il latte), e in ultimo unire la farina
riposizionare il tutto sul fuoco basso continuando a mischiare fino ad ottenere una crema abbastanza densa da velare il cucchiaio.
Infarinare uno stampo tondo e non troppo alto
spianare la pasta frolla formando un cerchio e ricoprire lo stampo
compresi i bordi facendo aderire bene
versare dentro la crema una volta freddata
e con dell'altra pasta frolla creare 4 o 6 striscioline da incrociare sulla crema come si fa per le crostate.
Infornare il tutto a 180° (forno preriscaldato) per una mezzoretta
ed ecco pronta una crostata semplice e genuina fatta con ingredienti freschi ma sopratutto con le vostre manine.
Sempre che poi non ve ne caschi la meta' perterra quando viene il momento di volerli fare una foto!!!

il tocco personale: un pizzico di cannella sia nell'impasto che nella crema
se vi avanza della pasta frolla potete creare dei veloci e gustosi biscotti!!
Che ne direste di un'ottima Malvasia per accompagnamento?!
P.S. devo ancora impratichirmi con le tecniche di modifica delle foto su computer....Ramo HELP!!!!
mercoledì 15 febbraio 2012
Un'aiuto non si rifiuta mai....quasi mai!
Ci sono volte che non sai veramente dove andare a sbattere la testa.
Tranquilli, non ho intenzione di tediarvi con discorsi filosofici sulla vita e le sue mille difficoltà....quelle le sapete già da voi!
Mi riferivo sempre e solo all'aspetto culinario del viver e a tutte quelle occasioni in cui nella mente non ti frulla nulla di straordinariamente creativo e magari la particolare occasione lo gradirebbe.
Penso che annoverando San Valentino tra queste, capirete la difficoltà in cui il ValentinoMazzola si è trovato nella serata di ieri. tra mille perplessità sul proprio stato di apatia creativa e l'imminente giungere di colei che di tale creatività doveva goderne.....col sottoscritto.
Ma un novello Chef, per di più se blogger, ha sempre qualche asso nella manica e questa volta siore e siori...me lo sono giocato alla grande.
Giocare un asso ...per non prendere il due di picche. Capito mi avete!?
Tra le varie amicizie e conoscenze di questi mesi trascorsi a scrivere e navigare nella rete, una in particolare mi è stata utile per l'occasione. Il buon sito izikitchen.it mi ha fornito due deliziose dritte gastronomiche che ho subito fatte mie , rivisitandole un pelo ma mantenendo la semplicità di entrambe.
Non serve mostrarsi particolarmente virtuosi e quantitativamente esuberanti per poter far colpo su chi già non ha occhi che per te, quindi con cupido al mio fianco lo sformato di verdure con crema di gorgonzola e i cevapcici sono riusciti splendidamente regalandomi il sorriso più dolce che conta di più.
Per chi non lo sapesse ( tipo me fino a 30 ore fa) i cevapcici sono una tipica ricetta balcanica composta da carne trita, cipolla , paprika, sale e pepe, a formare delle specie di "siluri" da adagiare poi su una griglia a cuocere per bene.
Un contorno di radicchio tardivo di treviso ( quello originale, carissimo ma di una dolcezza indescrivibile) completava il tutto.
Non mi dilungo troppo sulle ricette poichè vi lascio direttamente i link qui sotto, giustamente non voglio appropriarmi di ciò che mio non è.
Mio invece è il consiglio sul vino che ieri sera ho abbinato a queste due creazioni: una Barbera D'Asti Doc Vigna delle More ,cascina Gilli, 13.5 gradi BILANCIATISSIMI!!!!
Qui subito, per scoprire ques'ottima spremuta d'uva.http://www.enofaber.com/2010/03/barbera-dasti-doc-vigna-delle-more-2007-cascina-gilli/
Ricette:
http://www.izikitchen.it/index.php/recipeitems/2/229/sformato-di-cavolo-e-taleggio
http://www.izikitchen.it/index.php/recipeitems/2/82/cevapcici
Volete imparare a fare i cevapcici?
Sono semplicissimi e potete guardare anche i video qui a destra che ho inserito per facilitarvi il compito.
Buon appetito.
Tranquilli, non ho intenzione di tediarvi con discorsi filosofici sulla vita e le sue mille difficoltà....quelle le sapete già da voi!
Mi riferivo sempre e solo all'aspetto culinario del viver e a tutte quelle occasioni in cui nella mente non ti frulla nulla di straordinariamente creativo e magari la particolare occasione lo gradirebbe.
Penso che annoverando San Valentino tra queste, capirete la difficoltà in cui il ValentinoMazzola si è trovato nella serata di ieri. tra mille perplessità sul proprio stato di apatia creativa e l'imminente giungere di colei che di tale creatività doveva goderne.....col sottoscritto.
Ma un novello Chef, per di più se blogger, ha sempre qualche asso nella manica e questa volta siore e siori...me lo sono giocato alla grande.
Giocare un asso ...per non prendere il due di picche. Capito mi avete!?
Tra le varie amicizie e conoscenze di questi mesi trascorsi a scrivere e navigare nella rete, una in particolare mi è stata utile per l'occasione. Il buon sito izikitchen.it mi ha fornito due deliziose dritte gastronomiche che ho subito fatte mie , rivisitandole un pelo ma mantenendo la semplicità di entrambe.
Non serve mostrarsi particolarmente virtuosi e quantitativamente esuberanti per poter far colpo su chi già non ha occhi che per te, quindi con cupido al mio fianco lo sformato di verdure con crema di gorgonzola e i cevapcici sono riusciti splendidamente regalandomi il sorriso più dolce che conta di più.
Per chi non lo sapesse ( tipo me fino a 30 ore fa) i cevapcici sono una tipica ricetta balcanica composta da carne trita, cipolla , paprika, sale e pepe, a formare delle specie di "siluri" da adagiare poi su una griglia a cuocere per bene.
Un contorno di radicchio tardivo di treviso ( quello originale, carissimo ma di una dolcezza indescrivibile) completava il tutto.
Non mi dilungo troppo sulle ricette poichè vi lascio direttamente i link qui sotto, giustamente non voglio appropriarmi di ciò che mio non è.
Mio invece è il consiglio sul vino che ieri sera ho abbinato a queste due creazioni: una Barbera D'Asti Doc Vigna delle More ,cascina Gilli, 13.5 gradi BILANCIATISSIMI!!!!
Qui subito, per scoprire ques'ottima spremuta d'uva.http://www.enofaber.com/2010/03/barbera-dasti-doc-vigna-delle-more-2007-cascina-gilli/
Ricette:
http://www.izikitchen.it/index.php/recipeitems/2/229/sformato-di-cavolo-e-taleggio
http://www.izikitchen.it/index.php/recipeitems/2/82/cevapcici
Volete imparare a fare i cevapcici?
Sono semplicissimi e potete guardare anche i video qui a destra che ho inserito per facilitarvi il compito.
Buon appetito.
lunedì 13 febbraio 2012
Arrestatela!!!!!
Intanto inizio col ringraziare le persone che , spinte da simpatia nei miei confronti o semplicemente per un senso di compassione, mi hanno scritto e mandato le loro ricette ed i loro consigli per poter ottenere un buon brodo di carne.
In seconda istanza vi faccio notare come anche questa settimana, la prolifera Romina, non abbia mancato l'ormai consueto appuntamento con uno ( oggi sono ben due ) dei suoi fantastici dolci fatti in casa.
Questa volta , la stupenda "nonna papera" del blog ( ora sono sicurissimo che si arrabbierà e non mi manderà più nulla) dopo aver festeggiato il nipotino ( non è nonna ma zia) preparandogli 2 torte e facendogli venire l'acetone, rende partecipi anche i lettori di questo piccolo diario enogastronomico....e non solo,delle sue creazioni artistiche.
Si ,perchè solo così si possono chiamare i due eccezionali dolci che seguono.
Grazie Romi e mi raccomando, oramai ci siamo abituati e le buone abitudini non bisogna mai perderle!
Come un serissimo giornalista riporto testualmente e dall'originale le due ricette...con foto.
Ciao ,i ecco i dolci che ho fatto per il compleanno di mio nipote di cui ti dicevo...simpatici vero? Ti assicuro che sono anche molto buoni...
LA TARTARUGA DI GIRELLE
In una ciotola immersa in una pentola con dell'acqua portata all'ebollizione montate con una frusta due tuorli d'uovo con 40gr di zucchero fino a che saranno gonfi e sodi e togliere dal fuoco. Dividere le girelle praticando un taglio lungo il loro spessore e usatene quante ne bastano per foderare uno stampo di zuccotto o una ciotola della capacità di circa 1,7l. Montate 600gr di panna e mescolatela delicatamente alle uova e zucchero e unire 80gr di cioccolato in scaglie. Versate il composto nello stampo chiudendo il tutto con altre girelle sempre divise a metà e mettetelo in freezer per 1 ora e mezzo. Estraetela e guarnitela con 4 biscotti krumiri per creare le zampe, tagliate la parte superiore di un muffin al cioccolato per formare la testa e aggiungete due caramelline rotonde per formare gli occhi...et voilà...la tartaruga è fatta!
LA TORTA LEONE
Prendete del pan di spagna dalla forma rotonda e dividetelo in tre dischi. Dopo averlo bagnato con del succo di arancia farcite il primo strato con della crema chantilly e il secondo con del cioccolato. Coprite la torta con della crema e con una sacca x dolci disegnate con il cioccolato la faccia del leone come in foto. Decorate la parte esterna e il naso con del cioccolato in polvere e sopra una spolverata di cioccolato a scaglie...e anche il leone è fatto!
P.S. Non essendo io un genio dell'informatica le foto sono state migliorate qualitativamente il più possibile ma comprendo che non siano il massimo. Portate pazienza, lavoreremo per migliorare sempre più.
In seconda istanza vi faccio notare come anche questa settimana, la prolifera Romina, non abbia mancato l'ormai consueto appuntamento con uno ( oggi sono ben due ) dei suoi fantastici dolci fatti in casa.
Questa volta , la stupenda "nonna papera" del blog ( ora sono sicurissimo che si arrabbierà e non mi manderà più nulla) dopo aver festeggiato il nipotino ( non è nonna ma zia) preparandogli 2 torte e facendogli venire l'acetone, rende partecipi anche i lettori di questo piccolo diario enogastronomico....e non solo,delle sue creazioni artistiche.
Si ,perchè solo così si possono chiamare i due eccezionali dolci che seguono.
Grazie Romi e mi raccomando, oramai ci siamo abituati e le buone abitudini non bisogna mai perderle!
Come un serissimo giornalista riporto testualmente e dall'originale le due ricette...con foto.
Ciao ,i ecco i dolci che ho fatto per il compleanno di mio nipote di cui ti dicevo...simpatici vero? Ti assicuro che sono anche molto buoni...
LA TARTARUGA DI GIRELLE
In una ciotola immersa in una pentola con dell'acqua portata all'ebollizione montate con una frusta due tuorli d'uovo con 40gr di zucchero fino a che saranno gonfi e sodi e togliere dal fuoco. Dividere le girelle praticando un taglio lungo il loro spessore e usatene quante ne bastano per foderare uno stampo di zuccotto o una ciotola della capacità di circa 1,7l. Montate 600gr di panna e mescolatela delicatamente alle uova e zucchero e unire 80gr di cioccolato in scaglie. Versate il composto nello stampo chiudendo il tutto con altre girelle sempre divise a metà e mettetelo in freezer per 1 ora e mezzo. Estraetela e guarnitela con 4 biscotti krumiri per creare le zampe, tagliate la parte superiore di un muffin al cioccolato per formare la testa e aggiungete due caramelline rotonde per formare gli occhi...et voilà...la tartaruga è fatta!
LA TORTA LEONE
Prendete del pan di spagna dalla forma rotonda e dividetelo in tre dischi. Dopo averlo bagnato con del succo di arancia farcite il primo strato con della crema chantilly e il secondo con del cioccolato. Coprite la torta con della crema e con una sacca x dolci disegnate con il cioccolato la faccia del leone come in foto. Decorate la parte esterna e il naso con del cioccolato in polvere e sopra una spolverata di cioccolato a scaglie...e anche il leone è fatto!
P.S. Non essendo io un genio dell'informatica le foto sono state migliorate qualitativamente il più possibile ma comprendo che non siano il massimo. Portate pazienza, lavoreremo per migliorare sempre più.
venerdì 10 febbraio 2012
Difficoltà effettive.....
Siete proprio sicuri che sia così facile fare un buon brodo?
Si si , intendo un brodo da minestrina,di quelli che da piccoli ci faceva la nonna e poi da più grandi la mamma quando magari avevamo la febbre e...dovevamo mangiare leggero!
Esattamente in questi giorni, per me poveri di emozioni ma ricchissimi di sternuti, mi sono cimentato in quella che pensavo fosse un'impresa , ma che dico impresa, un'attività nemmeno degna di menzione.
Dato il tempo a disposizione e la mia recente avversione ai dadi pronti da cucina ( non fanno per niente bene sapete!?) tutto trullo trullo, sempre ovviamente febbricitante ( messaggio per il medico legale), mi portavo a fare la spesa e dopo aver acquistato le carote, la cipolla,il sedano,il prezzemolo e un bel pezzo di carne con l'osso, decidevo di dare il via all'esperimento.
Senza documentarmi più di tanto ( che ci vorrà mai?) mettevo il tutto in abbondante acqua e via...a bollire per un'oretta.
Risultato? Scarso direi...per non dire pessimo. Non cattivo, ma del brodo della nonna nemmeno l'ombra.
La cosa che mi dispiace di più e che convinto delle mie capacità mi ero sbilanciato a tal punto da rifornire (prima dell'assaggio) quell'imbirrito del secondo piano, il famigerato Giacomino.
Colgo l'occasione di scusarmi con la Robi e Sam, ma specialmente con Fonzie.
Ma torniamo al brodo.
Possibile una debacle del genere ValentinoMazzola? No...appunto...quindi ritentavo dopo aver ricevuto da amici e parenti vari ,alcune dritte importantissime.
Ci vuole l'osso....l'osso!!!
E osso sia.
Devo ammetterlo , mi avevano detto di prendere anche la gallina, ma il macellaio non l'aveva e lo stesso, dopo avermi convinto della marginale importanza del pennuto per la buona riuscita del tutto, mi invitava a far bollire il tutto per almeno 3 ore.
Ok macellaio.... ok.
Risultato?: Scarsino direi.
Quindi? Che devo fare per ottenere quel buon brodo, caldo, denso e profumato a tal punto che ne berresti due litri anche il 15 di agosto?
Lo chiedo a voi amici e amiche.Attendo speranzoso indicazioni in merito.Chiedete a nonne, mamme,fidanzate,fidanzati,insomma chiedete a chi volete,l'importante e giungere ad un risultato.
Un terzo fallimento sarebbe troppo doloroso da sopportare.
N.B. Notare l'umiltà con la quale il vostro Chef di fiducia,con sprezzo del pericolo, ammette le proprie lacune senza preoccuparsi di sfigurare innanzi alla grande comunità culinaria web.
mercoledì 8 febbraio 2012
Servelade
Se non bastava la neve a bloccare il ValentinoMazzola ci si è messa anche un'influenza gentilmente offertagli dalla sua dolce metà.
E già!; mi ritrovo quindi a scrivere su questo diario, con circa 38 di febbre, un raffreddore che mi occlude tutte le vie respiratorie ( che poi sono due giusto?), dolori di ossa degne di un 90enne reduce della grande guerra e rimpinzato letteralmente da casa Bayer.
Nonostante tutto ciò, anche oggi ho l'onore di illustrare un gustoso piatto che mi sono dedicato proprio due giorni fa, quando ancora i bacilli non avevano avuto la meglio su di me e fuori casa nevicava che Dio la mandava, facendoci sentire un po lassù, tra le montagne dell'Alto Adige, tra pascoli verdeggianti (magari non ora) e uomini panciuti indossanti spessi calzettoni e proferenti parole in una lingua a noi sconosciuta ( come d'altronde qualunque lingua diversa dall'italiano).
Per questa ricetta non abbisognerete di chissà che, infatti portandovi al più vicino supermercato , troverete tutto l'occorrente a preparare questo ricco e calorico piatto invernale.
Lo so, lo so, più di una volta vi ho detto di preferire il negozietto sotto caso al market della grande distribuzione ma ora capirete il perchè di questa odierna eccezione.
Per 2 persone:
1 confezione di wurstel Servelade ( la Senfter li produce per esempio)
1 busta di fave ( surgelate per forza in quanto fuori stagione nevvero?!)
1 etto di speck dell'Alto Adige
2 etti di fontina Valdostana ( in vacanza in Alto Adige)
STOP
Ora, scaldate bene una piastra e quando è bollente fateci rosolare sopra i wurstel per benino, devono davvero fare quelle striature scure sulla pelle, come nei cartoni animati.
Mentre fate ciò, in una pentola abbastanza capiente versate la busta di fave con mezzo bicchiere d'acqua e cuocete per circa 10 minuti a fuoco moderato.
Tagliate a striscioline lo speck ( e mantenete anche un po di grasso che diamine!) e unitelo a questo punto alle fave facendolo abbrustolire un pochino....NON BRUCIATELO!
Tagliate quindi a dadi la fontina ed amalgamatela al tutto facendola sciogliere.
Noterete che il formaggio,di qualità, diventerà una crema ma non rilascerà liquido.
Ora , prima di levare il tutto dal fuoco date una bella girata di macinapepe a questo straordinario contorno e avvicinandogli il wurstel, servite ben caldo.
BUON APPETITO GENTE!
Abbinate una bella birra rossa, corposa e gustosa oppure un vino rosso del Trentino.
Vi lascio qui sotto due consigli sotto forma di link. Dateci uno sguardo.
www.vinialtoadige.com/
http://www.forst.it/it/birre/birra_sixtus
N.B. il Servelade, è un tipico wurstel dell'Alto Adige prodotto con carne mista di maiale e manzo e poi affumicato prima di essere cotto. Sono tradizionalmente austro-tedeschi ma si sono ovviamente insidiati anche in questa particolare zona d'Italia.
E già!; mi ritrovo quindi a scrivere su questo diario, con circa 38 di febbre, un raffreddore che mi occlude tutte le vie respiratorie ( che poi sono due giusto?), dolori di ossa degne di un 90enne reduce della grande guerra e rimpinzato letteralmente da casa Bayer.
Nonostante tutto ciò, anche oggi ho l'onore di illustrare un gustoso piatto che mi sono dedicato proprio due giorni fa, quando ancora i bacilli non avevano avuto la meglio su di me e fuori casa nevicava che Dio la mandava, facendoci sentire un po lassù, tra le montagne dell'Alto Adige, tra pascoli verdeggianti (magari non ora) e uomini panciuti indossanti spessi calzettoni e proferenti parole in una lingua a noi sconosciuta ( come d'altronde qualunque lingua diversa dall'italiano).
Per questa ricetta non abbisognerete di chissà che, infatti portandovi al più vicino supermercato , troverete tutto l'occorrente a preparare questo ricco e calorico piatto invernale.
Lo so, lo so, più di una volta vi ho detto di preferire il negozietto sotto caso al market della grande distribuzione ma ora capirete il perchè di questa odierna eccezione.
Per 2 persone:
1 confezione di wurstel Servelade ( la Senfter li produce per esempio)
1 busta di fave ( surgelate per forza in quanto fuori stagione nevvero?!)
1 etto di speck dell'Alto Adige
2 etti di fontina Valdostana ( in vacanza in Alto Adige)
STOP
Ora, scaldate bene una piastra e quando è bollente fateci rosolare sopra i wurstel per benino, devono davvero fare quelle striature scure sulla pelle, come nei cartoni animati.
Mentre fate ciò, in una pentola abbastanza capiente versate la busta di fave con mezzo bicchiere d'acqua e cuocete per circa 10 minuti a fuoco moderato.
Tagliate a striscioline lo speck ( e mantenete anche un po di grasso che diamine!) e unitelo a questo punto alle fave facendolo abbrustolire un pochino....NON BRUCIATELO!
Tagliate quindi a dadi la fontina ed amalgamatela al tutto facendola sciogliere.
Noterete che il formaggio,di qualità, diventerà una crema ma non rilascerà liquido.
Ora , prima di levare il tutto dal fuoco date una bella girata di macinapepe a questo straordinario contorno e avvicinandogli il wurstel, servite ben caldo.
BUON APPETITO GENTE!
Abbinate una bella birra rossa, corposa e gustosa oppure un vino rosso del Trentino.
Vi lascio qui sotto due consigli sotto forma di link. Dateci uno sguardo.
www.vinialtoadige.com/
http://www.forst.it/it/birre/birra_sixtus
N.B. il Servelade, è un tipico wurstel dell'Alto Adige prodotto con carne mista di maiale e manzo e poi affumicato prima di essere cotto. Sono tradizionalmente austro-tedeschi ma si sono ovviamente insidiati anche in questa particolare zona d'Italia.
lunedì 6 febbraio 2012
-2
-2 , come la temperatura media di questi giorni ma.....
-2 , anche come i piani del mio palazzo che ho dovuto scendere per poter giungere fin dai nostri amici ( miei e della mia dolce metà) Samuele e Roberta che avevano preparato una cena a dir poco eccezionale ed in tema sicuramente con il paesaggio fuori dalle nostre finestre.
Non pretendo certo che gli abitanti dell'alta Valmarecchia condividano quel che vi sto per dire ma sicuramente lo spettacolo che offre un paesaggio marittimo innevato è innegabilmente straordinario.
La spiaggia coperta del manto nevoso,candido,ti da un senso di tranquillità e allo stesso tempo ti attira ( sicuramente di più di quando è invasa dai lettini e gli ombrelloni) a se.
Tornare tra le mura domestiche al caldo e prepararsi a gustare un buon piatto di polenta è quindi il giusto epilogo di una giornata passata a spalare neve e distribuire sale su marciapiedi e rampe, insomma il giusto riconoscimento al lavoratore infreddolito.
Ora sicuramente i miei amici obietteranno di non avermi visto spalare e gettare sale per più di 5 minuti ma.....ragazzi .....è l'impegno quello che conta e io ne ho messo tanto...in quei 5 minuti!
Comunque, torniamo alla cena.
Tre...e dico tre, erano i condimenti che potevamo abbinare alla calda e gialla polenta: un sugo di salsiccia che tuonava ( Sam non sopportando il sugo al pomodoro aveva la sua salsiccia in bianco), un misto funghi e una fonduta di formaggi davvero buonissima.
Tre abbondantissime alternative che , ahimè, mi portavano a bissare e trissare la polenta sul tavolo.
Ovviamente, non mancava il tagliere dei salumi, con dell'ottima spalla artigianale e un salamino di cinghiale, quasi tutto finito nel pancino del piccolo Giacomo.Prima o poi vi parlerò anche di Giacomino, l'imbirrito!
Una cena davvero perfetta e preparata come sempre con una perfetta semplicità dalla Robi.
Perchè se anche l'occhio vuole la sua parte,sicuramente l'avuta.(Vedasi foto)
Ad accompagnare i nostri prodi durante tutto il cammino che portava inesorabilmente al dolce ( questa volta comprato in pasticceria) erano due vini provenienti dalla mia personale cantina.
Trattavasi di due diverse tipologie di Barbera D'Asti Superiore , entrambe della Cantina di Vinchio Vaglio, vini apprezzatissimi che ben si maritavano con il consistente cibo con i loro 13,5 e 14 gradi.
Lascio qui, sotto la foto, il link da visitare per saperne di più.
http://www.vinchio.com/newsite/index.php
Che dire Siore e Siori, la voglia di polenta che oramai mi portavo dietro da troppo tempo è stata sicuramente soddisfatta.
Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo post....o alla prossima cena.
N.B. NELLA SEZIONE VIDEO A DESTRA, DATE UN'OCCHIATA ALLA "POLENTA CONCIA"
-2 , anche come i piani del mio palazzo che ho dovuto scendere per poter giungere fin dai nostri amici ( miei e della mia dolce metà) Samuele e Roberta che avevano preparato una cena a dir poco eccezionale ed in tema sicuramente con il paesaggio fuori dalle nostre finestre.
Non pretendo certo che gli abitanti dell'alta Valmarecchia condividano quel che vi sto per dire ma sicuramente lo spettacolo che offre un paesaggio marittimo innevato è innegabilmente straordinario.
La spiaggia coperta del manto nevoso,candido,ti da un senso di tranquillità e allo stesso tempo ti attira ( sicuramente di più di quando è invasa dai lettini e gli ombrelloni) a se.
Tornare tra le mura domestiche al caldo e prepararsi a gustare un buon piatto di polenta è quindi il giusto epilogo di una giornata passata a spalare neve e distribuire sale su marciapiedi e rampe, insomma il giusto riconoscimento al lavoratore infreddolito.
Ora sicuramente i miei amici obietteranno di non avermi visto spalare e gettare sale per più di 5 minuti ma.....ragazzi .....è l'impegno quello che conta e io ne ho messo tanto...in quei 5 minuti!
Comunque, torniamo alla cena.
Tre...e dico tre, erano i condimenti che potevamo abbinare alla calda e gialla polenta: un sugo di salsiccia che tuonava ( Sam non sopportando il sugo al pomodoro aveva la sua salsiccia in bianco), un misto funghi e una fonduta di formaggi davvero buonissima.
Tre abbondantissime alternative che , ahimè, mi portavano a bissare e trissare la polenta sul tavolo.
Ovviamente, non mancava il tagliere dei salumi, con dell'ottima spalla artigianale e un salamino di cinghiale, quasi tutto finito nel pancino del piccolo Giacomo.Prima o poi vi parlerò anche di Giacomino, l'imbirrito!
Una cena davvero perfetta e preparata come sempre con una perfetta semplicità dalla Robi.
Perchè se anche l'occhio vuole la sua parte,sicuramente l'avuta.(Vedasi foto)
Ad accompagnare i nostri prodi durante tutto il cammino che portava inesorabilmente al dolce ( questa volta comprato in pasticceria) erano due vini provenienti dalla mia personale cantina.
Trattavasi di due diverse tipologie di Barbera D'Asti Superiore , entrambe della Cantina di Vinchio Vaglio, vini apprezzatissimi che ben si maritavano con il consistente cibo con i loro 13,5 e 14 gradi.
Lascio qui, sotto la foto, il link da visitare per saperne di più.
http://www.vinchio.com/newsite/index.php
Che dire Siore e Siori, la voglia di polenta che oramai mi portavo dietro da troppo tempo è stata sicuramente soddisfatta.
Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo post....o alla prossima cena.
N.B. NELLA SEZIONE VIDEO A DESTRA, DATE UN'OCCHIATA ALLA "POLENTA CONCIA"
venerdì 3 febbraio 2012
Caloricamente perfette!
Vorrei sapere se a Hollywood se la sono presa davvero molto per il rinvio della tanto annunciata notte degli oscar.Per gli organizzatori sarebbe davvero stato un rischio troppo grande quello di andare a scontrarsi con quella che a quanto pare diventerà la premiazione dell'anno, il World Disorganization awards 2012 dove tra parentesi la nostra amata provincia di Rimini è in lizza con altre due ( Bologna e Forlì Cesena) per l'ambito scettro che potrebbe aggiudicarsi grazie alla tempestiva ed efficiente macchina organizzativa messa in piedi in occasione di queste ultime nevicate degne del paese di Babbo Natale ( ma va là...).
Comunque amici, se siete tra quelli che VOLONTARIAMENTE, nonostante strade e viottoli fossero perfettamente stati ripuliti, hanno deciso di rimanere a casa e non avete staccato VOLONTARIAMENTE il flusso di energia elettrica della vostra abitazione, che ne so, per circa 27 ore, allora potreste cimentarvi in quella che io definirei la doppietta della Romi.
Infatti carissimi miei lettori ( e ultimamente anche della Romi vista la sua prolifica passione per le ricette) qui di seguito appongo, come al solito in originale, le due brevissime ma golose creazioni che la nostra Chef mi ha inviato.
Sono 2 dolci e vista la temperatura in discesa continua e il forfait diffuso tra ristoranti e osterie, causa neve, potrebbero davvero risultare utili per terminare in bellezza una bella serata culinaria casalinga.
Questa ricetta è per 6 persone ma mi sembrerebbe un crimine cucinarne meno. Io riesco a divorarlo tutto quanto senza battere ciglio e non vedo perché dovrebbe essere diverso per te...
RISO AL LATTE E CANNELLA
Lascia a bagno per mezz'ora in 4 tazze di acqua tiepida 1 tazza di riso. Scolalo. Fallo bollire in 10 tazze di latte con una stecca di vaniglia fino a quando sarà morbido (più o meno mezz'ora). Unisci 2 tazze di zucchero e un pezzo di scorza di limone e lascia bollire piano a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto per non farlo attaccare fino a quando si sarà asciugato (su e giù per un'altra mezz'ora). Mettilo in delle coppette, lascialo raffreddare in frigorifero e prima di servirlo copri con un velo di cannella in polvere.
Questo dessert, assaggiato dalla mia Terri, è veramente facilissimo... fai sciogliere in un pentolino un cucchiaio di zucchero di canna e aggiungi tre cucchiai di frutti di bosco (vanno bene anche quelli surgelati), dopo averli fatti caramellare (bastano pochi minuti) appoggiali sopra il gelato al fior di latte precedentemente messo nelle coppette...
Una variante? Abbandona le coppette e prendi dei bei piatti grandi, metti al centro una fetta di ciambella al latte e una al cioccolato, sopra un cucchiaio di gelato e infine i frutti di bosco caramellati...
E' perfetto per quando arrivano degli ospiti a sorpresa...tieni sempre del gelato al fior di latte e una confezione di frutti di bosco surgelati nel frezeer... vedrai che successone!!!!
RISO AL LATTE E CANNELLA
Lascia a bagno per mezz'ora in 4 tazze di acqua tiepida 1 tazza di riso. Scolalo. Fallo bollire in 10 tazze di latte con una stecca di vaniglia fino a quando sarà morbido (più o meno mezz'ora). Unisci 2 tazze di zucchero e un pezzo di scorza di limone e lascia bollire piano a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto per non farlo attaccare fino a quando si sarà asciugato (su e giù per un'altra mezz'ora). Mettilo in delle coppette, lascialo raffreddare in frigorifero e prima di servirlo copri con un velo di cannella in polvere.
Questo dessert, assaggiato dalla mia Terri, è veramente facilissimo... fai sciogliere in un pentolino un cucchiaio di zucchero di canna e aggiungi tre cucchiai di frutti di bosco (vanno bene anche quelli surgelati), dopo averli fatti caramellare (bastano pochi minuti) appoggiali sopra il gelato al fior di latte precedentemente messo nelle coppette...
Una variante? Abbandona le coppette e prendi dei bei piatti grandi, metti al centro una fetta di ciambella al latte e una al cioccolato, sopra un cucchiaio di gelato e infine i frutti di bosco caramellati...
E' perfetto per quando arrivano degli ospiti a sorpresa...tieni sempre del gelato al fior di latte e una confezione di frutti di bosco surgelati nel frezeer... vedrai che successone!!!!
P.S. Per la seconda ricetta attendiamo ancora il nome dall'autrice o da chiunque a questo punto volesse inventarselo.