martedì 29 maggio 2012

Torcolo di San Costanzo





Può la storia di un Santo e della sua truce fine per mano di un'imperatore, generare un dolce tanto delizioso ? Si, può!
Non so cosa ne penserebbe San Costanzo, fatto sta che la sua decapitazione avvenuta ai tempi dei romani per mano di Marco Aurelio, ha dato modo a qualche bizzarro fornaio, di inventarsi una ciambella che proprio nella forma ricordasse la corona di pietre preziosa caduta dal collo del santo al momento della sua morte e nel buco, la mancanza della testa stessa.
La Romina che è nata e cresciuta a pochi km da Foligno, città dove il Santo è stato poi sepolto, con l'eleganza e semplicità che la contraddistinguono, ci porge così la ricetta di questo particolare dolce delle feste umbro.

                                                          PRODUCIAMO.



Impastate mezzo chilo di farina con mezzo bicchiere di latte, un etto e mezzo di zucchero, un etto di burro, tre rossi d'uovo, la scorza grattugiata di mezzo limone, mezz'etto di canditi a tocchettini e mezzo di pinoli.
Mescolate bene, aggiungete le tre chiare d'uovo sbattute e una bustina di lievito per dolci.
Mettete l'impasto in una teglia con il buco in mezzo, spennellate la pasta con un po' di rosso d'uovo(che avrete tenuto da parte prima dell'impasto) e infornate per circa quaranta minuti a 160°.





Il risultato sarà questo:






Un'altra curiosità


I cinque tagli praticati d'abitudine sulla sommità del dolce dovrebbero rappresentare le storiche 5 porte dei rioni di Perugia e cioè :Porta Sole, San Pietro, Susanna, Eburnea e Sant'Angelo.







venerdì 25 maggio 2012

Un' Arvoltolo per l'anima

Aprire la propria pagina facebook, la mattina, può non rivelarsi sempre una cosa gradevole.
E' piacevole quando un'amico ti manda un messaggio o un'ammiratrice segreta (?) ti commenta una foto o una ricetta o anche quando con un po di voyerismo ti intrometti nella vita altrui, spiando le foto dell'ultimo viaggio o auto acquistata ma...come accade a me in questo periodo può essere anche molto frustrante.
Migliaia di aggiornamenti con cadenza a volte di pochi secondi mi illustrano nuove ricette, vini ammirevoli, birre dissetantissime, corsi avanzati di pasta con farina di grano del tibet, concorsi per la ricetta scritta con meno vocali possibili e via dicendo.
E io mi chiedo? Che senso ha , ad oggi 25 maggio 2012, scrivere ancora di cucina e delle proprie passioni legate alla culinaria e a quello che attorno ad essa gravita,  cercando di trasmettere interesse, quando tutti e dico tutti...nello stesso momento stanno facendo la stessa cosa?
Intendiamoci, non tutti con lo stesso risultato!
Ma l'aver inflazionato l'ambito, averlo in una certa maniera reso estremamente popolare, ha forse tolto quell'incanto di quando per sbaglio di ritrovavi in una cucina e ammiravi le gesta dello chef che con mosse che tu neanche sapevi potessero essere compiute, produceva piacere per gli occhi e per il palato.
Con questo mio pensiero non voglio sembrare "snob", perchè proprio tale non mi sento, quindi vi invito a non prendere troppo sul serio queste mie disquisizioni poichè molto probabilmente domani la penserò già in un'altro modo.Sapete, noi geni siamo fatti così.
Provate ora ad immaginare di essere nella campagna Umbra, seduti sotto il porticato di casa vostra, al calar del sole e di avere a disposizione una buona bottiglia di vino rosso, magari regalatavi dal vostro vicino di casa che lo produce coi filari che si scorgono dalla finestra della vostra cucina. Beh, ma non ve la fate una fetta di pecorino accompagnata da un bell' Arvoltolo!?
Cos'è l'Arvoltolo?

Questo è l'Arvoltolo

E come si fa?

Mettete un po' di pasta del pane sulla spianatoia e formate dei dischi che friggerete in abbondante olio bollente. Una volta scolati aggiungete un po' di sale o, se vi servono come dessert, dello zucchero...


La ricetta è della Romi         “Con il vino e in compagnia...un arvoltolo e via”

martedì 22 maggio 2012

Risotto alla Piemontese.






La presenza degli imbianchini in casa, probabilmente, persisterà per i prossimi 4 giorni, con annesse scocciature varie, motivo per il quale ieri sera decidevo di invitare il mio amico "Il Migliore" per una frugale cena, banalissima scusa per poter bere quei bicchieri di vino infrasettimanali che con l'arrivo della bella stagione mi ero promesso di eliminare dalla mia dieta...ma come Giuliacci ci insegna, la bella stagione ancora non arriva,quindi!
Dopo vari calici di Franciacorta,discorrendo del più e del meno ( si lo so, la mia capacità descrittiva è straordinaria ) iniziavo quindi la preparazione di quello che sarebbe stato il piatto centrale del desinar...quando...ommioddio! Esclamava inorridito la Guest star della serata. " Lo Chef usa le scatolette?"
Signore e Signori, ebbene si, lo ammetto, uso le scatolette. 
Illusi!...le scatolette in questione che avevano trasformato la liscia faccia del "Migliore" nella copia riminese dell'Urlo di Munch erano o meglio era la confezione di cipolla tritata e surgelata.
Devi dire che a poco valevano poi le mie spiegazioni in merito alla praticità di utilizzo della cipolla surgelata, praticata abitualmente, anche dai cuochi professionisti...ormai la frittata era stata fatta.
Solo l'ottima riuscita del Risotto "alla piemontese" aveva quindi la meglio sulla diffidenza del mio caro amico...indi per cui passo a darvi la semplicissima ricetta di questo delicatissimo piatto sabaudo. Prendete nota.

Ingredienti:

Riso (io uso quello della baraggia vercellese, per me, il top!)
vino bianco ( o usate un secco come l'Arneis oppure fate come me e utilizzate uno spumante metodo classico)
parmigiano reggiano grattugiato
1/2 cipolla (usate quella surgelata anche voi su !)
brodo
1 noce di burro.


Preparazione

In una padella ampia, imbiondite la cipolla con il burro, poi versate il riso e fatelo rosolare per 1 minuto.
Ora sfumate con lo spumante o il vino ( io caro Manuel te l'ho sfumato con il Ferrari Perlè DIAMINE! )
Una volta fatto evaporare l'alcool, iniziate a cuocere il riso unendo poco per volta il brodo e a 5 minuti dalla fine unite abbondantemente il parmigiano e mescolate energicamente, amalgamandolo per bene.
Ora, prima di spegnere il fuoco, mantecate, se volete con una nocciolina di burro (facoltativo).
Lasciate riposare 30 secondi e servite ben caldo.

Il sapore elegante di questo risotto ben si sposa con bianchi di una certa importanza o validi Spumanti a tutto pasto. Bianchi: Arneis, Cortese, Erbaluce di Caluso     Spumanti: Ferrari, Fratelli Berlucchi ( i miei consigli)

"il Migliore"





lunedì 21 maggio 2012

Cosa non è...





Cosa non è e cosa vorrei che fosse.
Questo blog, non è un blog, è un mio piccolo diario culinario nato 9 mesi fa per dare la possibilità a me ,che faccio un mestiere che con la cucina non ha nulla a che vedere, di poter, in punta di piedi entrare nel variegatissimo mondo enogastronomico, imparare da chi è più bravo ( quasi tutti ) ed entrare in contatto con migliaia di persone che condividono la mia stessa passione, invitandole in un angolo tutto mio.
Vorrei che fosse una piazza, un luogo di reale incontro, un sedersi su una panchina a parlare...si, di cucina ma anche di tutto quello che passa per la mente, perchè non di solo cibo si vive.
Per questo ,forse anche in maniera a volte poco interessante per chi in giro per la rete cerca semplicemente ricette, mi dilungo a raccontare quello che mi capita o quello che vedo intorno a me e a romanzarlo un po.
Grazie di cuore a tutti coloro che nell'arco di questi mesi hanno letto, commentato, raccontato,condiviso, criticato, cucinato.Grazie a chi addirittura si è un po innamorato di queste pagine e ha voluto arricchirle con propri pensieri o spunti gastronomici, spero diventiate sempre di più!
Ma grazie anche a chi è solo passato e non ha lasciato nulla.
All'alba dei 5000 questo mi sento di dire, grazie a tutti voi ...e anche a me.


Torta alle pesche sciroppate:

3 uova
60 grammi di burro
160 grammi di farina
100 grammi di zucchero
1/2 busta di lievito
3 pesche sciroppate

preparazione

Sbattete le uova unitamente allo zucchero fino ad ottenere una spumo, ora unite poco per volta la farina mischiata allo lievito, sempre sbattendo per bene, unite il burro fuso in  precedenza ed amalgamate bene.
Preparate una forma ungendola col burro, versatevi il composto ed immergetevi le pesche tagliate a pezzetti.
Infornate a 180 gradi per 30-35 minuti.Ovviamente controllate con il classico stuzzicadenti!
Lasciate raffreddare un po prima di gustarla.

il mio risultato


venerdì 18 maggio 2012

Strozzapreti...fave,pendolini e polpettine.





Quando il treno entrava nella stazione Mirko riprendeva il piumino che aveva arrotolato dentro lo zaino di tela sul quale aveva scritto i nomi dei suoi gruppi Metal preferiti e se lo rinfilava in fretta, prima che le porte a soffio si aprissero e l'aria bollente che per tutto il viaggio era sbuffata accanto ai piedi lasciasse il posto a quella gelida che dalle montagne entrava nel vestibolo e ti riportava oltre che col corpo anche con la mente a casa.
Si, perchè anche se a Milano il freddo non lo sentivi guardando i negozi e gli enormi viali, a Domodossola la temperatura invernale tornava prepotentemente a ghiacciarti le mani e le orecchie...e così via di nuovo, con guanti ,cappello...direzione Bar Torino per un caffè o un cappuccino prima di far rientro a casa.
Domo e in generale la Val D'Ossola non dovevano di sicuro essere nulla di particolarmente esaltante per un ragazzo che aspettava l'estate per correre in Riviera dai parenti a passare i mesi caldi, Rimini offriva tutti gli svaghi agognati per un'inverno intero e dava la possibilità di poter passare quello successivo a parlarne con gli amici in attesa di ripartire nuovamente.
A un bel punto Mirko deve essersi proprio stufato di fare avanti e indietro,tanto lui andava e tornava solo con il corpo, perchè con la mente era sempre li...sulla spiaggia di San Giuliano o al Rose & Crown a bere una rossa.
Lo incontro spesso sapete, e devo dirvi che se non lo conoscessi sicuramente non mi sbaglierei riguardo alla sua provenienza : accento romagnolo con inflessione piemo-milanese e una velata riservatezza non propria di chi è nato sotto l'ombrellone.
Questa suo essere "meticcio" lo esprime anche in cucina, unendo tipici elementi romagnoli a sapori della sua terra.

Igredienti per il condimento


Pomodorini pendolini
fave fresche
macinato di manzo
pecorino fresco


Poi ovviamente strozzapreti freschi.


Preparazione:

Bollite le fave in acqua leggermente salata, create con la carne macinata delle piccole polpettine e fatele rosolare in padella con un filo di olio, unite le fave e fatele appassire nella medesima padella iniziando così ad amalgamare i sapori della ricetta.
Per ultimi unite i pomodori pendolini e appassite leggermente anche quelli, regolate di sale e date una buona macinata di pepe nero.
Dopo aver condito con questo sugo gli strozzapreti, cospargete con il pecorino fresco, grattugiato grosso.
Buon appetito!


Per gli amanti del vino: l'accostamento d'eccezione per questo piatto è a parer mio, neanche a dirlo, il PRUNENT, antico e ora riscoperto vitigno Ossolano che regala un rosso di enorme carattere, diverso da qualsiasi vino si possa gustare altrove.

Qui di seguito, alcuni link sul vino e sulla città di Domodossola e nei video a lato la scuola di "Strozzapreti".

http://www.ossola.com/vini/il-prunent.html

http://www.comune.domodossola.vb.it/




lunedì 14 maggio 2012

Finalmente sono 30 !!!






Eh si, finalmente sono 30, ancora non ci si crede ma è così!
Effettivamente in un periodo storico come il nostro che poco spazio lascia al sogno, all'emozione, a quelle sensazioni che solo qualcosa in cui credi veramente e che raggiungi sa darti , sfiorare un traguardo del genere non è cosa da tutti.
E non è cosa da tutti possedere una fermezza e un'organizzazione in grado di spingere la propria fama oltre ogni confine.
Non sono poi tante le occasioni in cui tutti i fratelli si siedono attorno alla stessa tavola a festeggiare e a riempirsi gli occhi e la bocca dei successi tanto auspicati e finalmente arrivati. Si perchè ci si sente davvero tutti uniti sotto la stessa bandiera.
E grandissimo deve essere l'orgoglio di chi questa bandiera da anni la porta sulle spalle,contro tutti  e tutto, l'uomo che dei propri colori ha fatto una ragione di vita...CAMPIA ROBERTO!
Come chi è Campia Roberto? Quest'uomo è il sindaco di Castellero D'Asti, ridente paesino di di 308 anime sulle colline astigiane. 308 anime, ma 308 fratelli, come dicevo prima, che si stringono in un unico abbraccio, in occasione della trentesima edizione della "Sagra della Nocciola".
Il 12-13 e 14 ottobre infatti, a cura della proloco "Noi del Castle" arriveranno a 30 ( iniziate nel lontano 1983 ) le manifestazioni che festeggiano il prodotto locale per antonomasia di queste verdi zone piemontesi: La nocciola.
Nel corso della tre giorni vi sarà anche spazio per l'assegnazione del premio "Nocciola D'oro 2012" al più produttivo produttore (scusate il gioco di parole) di nocciole della Valtriversa con successive fiera dei macchinari agricoli e gara podistica tra i noccioleti di Castellero.
Insomma, un modo per tornare indietro nel tempo...guardando al futuro, infatti altre 30 sono le edizioni che speriamo di poter contare ancora in questo piccolo ma attivissimo paese.
30..si 30...ma perchè cosa avevate capito all'inizio?
Aaaaaahhh.....avevate capito quei 30?...Ma no, io parlavo delle nocciole e poi....quelli sono 28 no!?


veduta "pittoresca" di Castellero

http://www.comune.castellero.at.it/

mercoledì 9 maggio 2012

Non è una marchetta!




No, questa non è una marchetta, è solamente una presa di coscienza su cosa voglia dire fare ristorazione e farla con passione e professionalità.
Mi capita spesso di mangiare fuori casa, a volte per motivi di lavoro, altre per puro piacere e devo dire che anche se mi ritengo un abitudinario di natura, ultimamente cerco di sperimentare nuove cucine e di visitare nuovi ristoranti ma il più delle volte ne vengo profondamente deluso.
In un panorama ristorativo come quello di Rimini è sempre più frequente imbattersi in chi, magari aiutato da uno chef professionista, si lancia nell'avventura di aprire o gestire un suo ristorante non avendo minimamente l'idea di quello che voglia dire.
Non mi riferisco all'impegno d'ufficio o alla capacità di pubbliche relazioni ma all'effettiva dedizione che questo mestiere richiede.
Una dedizione che va al di là degli orari,della famiglia e della stanchezza e ti impone, neanche fossi una modella di Dior, un sorriso onnipresente sulle labbra.
Pochi giorni fa ho avuto la riprova di quanto detto poc'anzi: un locale affermato, una splendida posizione,tavoli sempre occupati,personale svelto ed esperto ma...costante attenzione al cliente e sempre quel sorriso che non deve mai mancare sulla bocca di chi con la gente ci lavora costantemente.
Lasciatemi allora dire che gli splendidi passatelli con pomodori pendolini, spinaci, calamari e mazzancolle, trovano il giusto contorno ne "La Marianna", fatto di ordine, pulizia e cortesia.
Sono davvero da provare! Si sente anche il limone, proprio come quelli fatti in casa, perchè sono fatti in casa!
E poi...la polenta con le vongole, voi, dove l'avete mangiata?Ecco,allora vale la pena farci un pensierino no!?
La fenomenale zuppa inglese al bicchiere accompagnata da una birra artigianale è poi il giusto finale di un sabato mattina, il primo con il sole qui in Riviera.
Date uno sguardo a questo divertentissimo video per rendervi conto dello spirito di questa brigata, ne rimarrete entusiasti.http://www.youtube.com/watch?v=LQv9TqsvcW0

Questo è il link del ristorante:  http://www.osteriadeborg.it/marianna/menu.php





domenica 6 maggio 2012

Gamberoni in crema di...cannellini.




Ben ritornato ValentinoMazzola, ma dove eri stato per tutti questi giorni?!
Ehhh...sapessi, ho dovuto forzatamente prendermi una pausa da tutti quelli che sono i miei interessi e  hobby ...quindi anche dal mio piccolo blog.
Ma ora ritorno con una ricettina facile facile ma dal sapore oserei dire elegantissimo.
Questa preparazione ce la suggerisce l'instancabile Romina, quindi pronti ...via!

Ingredienti per 2 persone:
200gr di patate - 400gr di fagioli cannellini precotti - 600gr di brodo - due manciate abbondanti di gamberoni (o gamberetti) - una costina di sedano - qualche fettina di cipolla - olio - sale e pepe


Cannellini in barattolo: sciacquateli mi raccomando 


Preparazione:

mettete il sedano e la cipolla a soffriggere in un pò di olio, aggiungete i cannellini con le patate tagliate a pezzetti piccoli e fate cuocere il tutto con il brodo per circa mezz'ora (o almeno fin quando le patate saranno ben morbide) a cottura ultimata frullate e aggiungete un pò di olio.
Mettete la crema ottenuta in due bei piatti grandi e sopra adagiatevi i gamberoni (o gamberetti) precedentemente fatti saltare in padella con olio sale e pepe e ultimate i piatti con dei crostini di pane...
Un piatto dal sapore molto fine e delicato che potrete servire come aperitivo.
P.S. se volete una crema più vellutata e golosa fate cuocere patate e fagioli con 400gr di brodo e 200gr di panna





E ora ...amici esperti di vini...si dico a voi, proponetemi un abbinamento a questa ricetta...un vino che voi pensate possa accostarsi bene a questi sapori delicati ma ben delineati.