mercoledì 20 novembre 2013

Cavatelli, con fonduta di...formaggio di fossa







Dla tevla en s’elza mai se la boca la n’ha de furmaj!



Se le parole di questo antico proverbio in dialetto romagnolo,sono vere, a Talamello , ridente paesino, arroccato sulle colline romagnole (fino a poco tempo fa, marchigiane) lo devono sapere proprio bene!
A novembre, infatti, si tiene da consuetudine, la sagra che festeggia lo "sfossamento" dell'Ambra, tipico formaggio, prodotto esclusivamente con la latte di pecora, che viene depositato nelle fosse intorno al mese di luglio.
Le fosse, vecchi buchi creati nelle epoche, per proteggere e nascondere il prodotto dagli invasori, grazie alla paglia di cui vengono rivestite, donano a questo formaggio un sapore unico e famoso in tutto il mondo.
Ora, non potendo esimermi dal fare una visita in questo suggestivo borgo della provincia riminese, ho deciso di sfruttare il "bottino" della gita non solo come piacevole fine pasto ( accompagnato da miele e marmallate varie) ma anche come condimento per un gustoso primo piatto, facile da preparare e da ....mangiare.

fossa a Talamello


Talamello e le colline circostanti




Ingredienti:

Cavatelli ( formato di pasta tipico pugliese )

Formaggio di fossa di Talamello

Latte

Pepe

L'"Ambra" di Talamello


Mettete a bollire la pasta senza salare troppo l'acqua.
In una padella abbastanza ampia da consentire in un secondo momento di saltare la pasta, fate scaldare 6 cucchiai di latte intero e immergetevi i pezzi di formaggio (piccoli possibilmente).A fuoco controllato, continuate a mescolare fino al totale scioglimento.Deve risultare una crema.Se troppo densa aggiungete con parsimonia il latte.Tenendo sempre il fuoco acceso ma non facendo mai bollire la fonduta, una volta pronta la pasta,tiratela insieme alla crema di formaggio.
Impiattate e spolverate con del pepe nero.
Buon appetito!

cremosi e molto saporiti!

Per l'abbinamento enologico a questo piatto il vostro ValentinoMazzola vi consiglia un ottimo rosso marchigiano: un Pinot Nero Focara di Mancini, ottimo con primi di carattere come questo o per secondi di carne.Cliccate per saperne di più.


mercoledì 6 novembre 2013

Porcini e ...passione


ebbene si, avevo comperato anche dei piccoli tartufi


Qualcuno mi ha detto che non so fare le fotografie, qualcun altro che non sono abbastanza tecnico nell'illustrare le mie ricette sul blog,non pongo particolare attenzione a riferimenti quali: dosi precise, tempi di cottura certi, modalità d'impiattamento.
Beh...io sono fatto così, sono un'amante della cucina, degli odori, dei sapori. Io cucino con gli occhi e col naso, tocco la materia, l'accarezzo, voglio scoprirne i segreti.
Non ho mai fatto un corso di food fotography e non ho studiato da blogger.Probabilmente non ho nemmeno le sufficienti basi per potermi credere un "cuoco"...ma ho la passione, quella che  senti quando entri in cucina e la casseruola ribolle, quella che si legge negli occhi e che forse qualcuno ha scorto anche nei miei qualche volta.
E allora, avrete ancora foto poco nitide e con luce sbagliata, ricette con dosi approssimative, descrizioni fantasiose e abbinamenti apparentemente illogici e se avrete voglia di seguirmi sono sicuro che da queste pagine riceverete anche qualcosa di buono...oltre che una piccolissima fetta di me.

E ora :  Risotto ai funghi porcini,con formaggio di fossa

Ingredienti per 2 persone

2 bei funghi porcini (io ne avevo 3 e infatti scoprite al fondo cosa ne ho fatto)
3 pugni grossi di riso carnaroli o vialone nano.
brodo (leggero)
prezzemolo
sale e pepe
olio (nemmeno a dirlo)
1 noce di burro (se volete)

Pulite i porcini usando un panno o uno scottex umido (niente doccia mi raccomando), affettateli e poneteli in una padella con dell'olio (poco) e uno spicchio d'aglio in camicia. Nel frattempo fate saltare con dell'olio,il riso,in una casseruola,per 2 minuti,poi sfumatelo con mezzo bicchiere di vino  bianco e portatelo a cottura utilizzando il brodo.
Tenete presente che un pochino di brodo servirà anche per fare stufare bene i funghi. Quando mancano 3 minuti alla fine della cottura del riso,unitevi i funghi, tenendone 2 cucchiai da parte per la guarnizione del piatto.Terminate e se volete spolverate con del prezzemolo tritato e una macinata di pepe.Unite una noce di burro e una abbondante spolverata di formaggio di fossa ( clicca qui per scoprire cos'è).
Nel piatto ricordate di aggiungere i porcini che avevate messo da parte ed ecco qui....buon risotto a tutti.



Avendo un bel "porcinone" in più, ho preparato una semplice insalata di funghi,affettandolo sottile ed unendo un filo d'olio extravergine, due gocce di limone, una macinata di pepe e un pizzico di sale.Se si vuole si puo anche coprire con sottili scaglie di grana.

che gusto!


giovedì 31 ottobre 2013

Il riso di Venere



Il ritorno dell'estate mi aveva profondamente illuso.Allora...riattivare assicurazione moto, tirare fuori almeno un bermuda, polo e t-shirt pronte per aperitivi serali a 22-24 gradi centigradi e si dai....recuperare crema abbronzante per passeggiate in spiaggia con annessa tintarella ottombrina. Poi ...il gelo: vento freddo e nubi hanno nuovamente preso il posto al sole e le temperature sollevanti sono precipitate vertiginosamente come il mio umore.
Povero ValentinoMazzola, condannato definitivamente a coprire con i teli ,barbecue e tavolo , che per lunghi mesi sono stati l'emblema della spensieratezza estiva.
Non voglio arrendermi.Voglio rendere omaggio ancora oggi a quei raggi che mi hanno scaldato le giornate e tormentato (poco a dire il vero,ho l'A/C ) le notti con una ricetta che ci riporti indietro anche solo di una settimana.
Cucinate con me e fate si che questo piatto diventi un po una danza della pioggia...ma al contrario.
Sole torna...torna...torna.....

                                                Riso Venere con gamberi e zucchine

Ingredienti

Riso Venere ( oramai si trova anche dal meccanico )
zucchine
gamberi ( più di alta qualità sono più fanno la differenza al palato )
brodo ( non troppo pesante )
un pizzico di sale

Preparare questo piatto è opera davvero semplice e veloce.
Cuocete il riso venere in una pentola per circa 20/22 minuti utilizzando e sfumando sempre con il brodo.
In una padella, nel contempo, fate trifolare le zucchine tagliate a rondelle non troppo sottili,con uno spicchio d'aglio in camicia,schiacciato.Quando mancano pochi minuti alla fine della cottura della verdura, unite i gamberi sgusciati.Salate leggermente (assaggiate sempre mi raccomando ) e una volta che il tutto è cotto , unite al riso e fate asciugare dell'ultimo brodo tutto il composto, facendolo amalgamare un po.
Il piatto è prontissimo per essere impiattato.
Se volete potete sfumare i gamberi in cottura con un goccio di vino vino bianco (io non l'ho fatto) e spolverare una volta nel piatto con della paprica dolce.

Beveteci dietro una giusta birra, magari rossa, magari come quella che ho scelto io: Dolomiti rossa, di Pedavena.



Buon appetito e alla prossima ricetta!

lunedì 21 ottobre 2013

Rana pescatrice in tegame con pomodorini e prezzemolo



Lophius piscatorius, questo il nome scientifico del pesce che io definirei, senza paura di sbagliare, il maiale del mare.
Non che questo pesce abbia abitudini particolarmente antigeniche ( e come potrebbe, passando la vita in acqua?) ma come del porco,anche per lui...non si butta via nulla.
Nonostante sia un pesce asociale che passa gran parte della giornata a profondità rilevanti (fino a 1000 mt.) nascosto tra il fondo sabbioso, in attesa di possibili prede e si presenti con un aspetto non certo rassicurante,una volta poggiato sul piano della nostra cucina sa soddisfare a pieno le aspettative di qualsiasi provetto cuoco.
Con la sua grossa testa, caratterizzata da un'imponente bocca, si possono preparare degli ottimi brodi e addirittura con il suo fegato, opportunamente cucinato, ottime tartine da "ouverture".
Nonostante sia un pesce dalle mille possibilità di preparazione,oggi vorrei presentare una ricetta alquanto semplice  che esalta, con pochi ingredienti, le caratteristiche di sapore e di magrezza della sua carne.


il temibile "mostro", in attesa di essere cucinato.



Ingredienti:

Una bella rana pescatrice ( non congelata,quindi cercatela con la testa,in pescheria)
aglio
pomodorini ciliegino
prezzemolo
sale e pepe
olio (ovviamente)

In un tegame, versate 2 cucchiai di olio extravergine di oliva e fate "sfriccicare" uno spicchio d'aglio schiacciato e un po di prezzemolo tritato.
Poggiatevi dentro la coda di rospo (altro nome di questo pesce), avendo prima cura di fare un lungo intaglio lungo la colonna centrale ,senza dividerlo in due, e due tagli verticali, in modo che la carne durante la cottura non si arricci.Fate rosolare per circa 10 minuti. Essendo un pesce da brodo, la coda di rospo creerà da sola un ottimo sughetto di cottura,mantenendo morbida la carne. Sfumate con mezzo bicchiere di bianco e unitevi una grossa manciata di pomodorini tagliati a metà.
Chiudete il tegame con un coperchio e fate cuocere a fuoco lento per 20 minuti circa.Controllate comunque la consistenza della carne con una forchetta.Ovviamente salate e pepate a piacimento.
Una volta cotta, aggiungete prima di portare in tavola,una manciata di pomodorini freschi tagliati in quattro e una spolverata di prezzemolo.

Un opportuno accompagnamento a questo piatto, ce lo consigliano gli esperti di Made in Vino.
Gewurztraminer de Tarczal, questo il vino di cui, cliccandoci sopra, potrete scoprire le caratteristiche , seguendo la video-guida alla degustazione.





giovedì 17 ottobre 2013

Coniglio in tegame...olive e alloro




Continuando sul filone dei piatti autunnali e se non propriamente piemontesi almeno in uso nella regione subalpina quando i primi freddi giungono dalle pendici delle Alpi, oggi vorrei descrivere in questo mio piccolo blog enogastronomico...e non solo, una ricetta davvero saporita ma allo stesso modo semplice da preparare...in linea col principio " veloce da fare, più piacevole da gustare".

                                       Coniglio con olive nere e foglie d'alloro


La ricetta, descritta in modo rustico e tradizionale, si rivolge a chi in cucina ha una base manuale e una conoscenza delle dosi e dei sapori.


Tagliare il coniglio a pezzi piccoli, lavarlo e asciugarlo.
Mettere il coniglio in una pentola di coccio, farlo asciugare a fuoco
moderato, poi mettere dell'olio, le foglie di alloro, l'aglio e il
rosmarino.
Farlo rosolare molto bene, aggiungere 1 bicchiere di vino rosso
(possibilmente barbera) e lasciare cuocere per almeno due ore a fuoco
lento.A meta' cottura aggiungere le olive nere e aggiustare di sale e di
pepe.




Che vino ci abbiniamo ragazzi di  Made in Vino?  

Un ottimo Chianti Nipozzano, cantina Frescobaldi, esaltazione unica dei sapori della carne.
Cliccate e seguite i consigli di Filippo e Christian.











sabato 5 ottobre 2013

La Bagna Caòda... di Mamma Mazzola


risultato finale


...molte località piemontesi si contendono la paternità di questo emblema della gastronomia regionale. 
 In realtà nasce nella notte dei tempi sulle coste della Provenza, con il nome di "Anchoiade".
 Furono senza dubbio i mercanti astigiani medievali, durante le loro spedizion iper rifornirsi di sale e acciughe, a conoscerla e a introdurne l'uso in patria, diffondendolo poi in tutta la vasta area dei loro commerci (tutto il Piemonte meridionale e nord-occidentale). 
L'antica ricetta provenzale, fatta propria dai contadini astigiani, fu poi adattata agli usi ed alle risorse del territorio, in particolare con l'impiego degli ortaggi che erano alla base dell'alimentazione povera.
Cibo rurale e popolare, a lungo aborrito dalle classi superiori per l'invadente presenza dell'aglio, ha lasciato pochissime tracce di sé nei testi gastronomici piemontesi, e solo nel 1875 il romanziere Roberto Sacchetti descrive a Montechiaro d'Asti la “Bagna Caòda” come la conosciamo ancora oggi. 
Nel mondo contadino questo non è considerato un piatto povero della quotidianità: è quello della fraternità e dell'allegria, preparato per celebrare momenti di vita collettiva gioiosi, come ad esempio il termine della vendemmia.

E ora, la ricetta di mamma Mazzola; la più "Piemontese" della famiglia.

dosi per 4 persone;
tempo di preparazione: 15 minuti circa
tempo di cottura: 30 minuti circa

ingredienti: 
gr250 circa di olio extra vergine di oliva; 
gr200 di acciughe sotto sale
gr200 di aglio
gr40 di burro




Togliete il sale alle acciughe, passatele con una pezzuola e
deliscatele.Spelate l'aglio e affettate gli spicchi a fettine sottilissime.
Mettete in un tegame di coccio di cm 15-16 di diametro questi due
ingredienti, versate l'olio fino a coprirli e, a fuoco bassissimo, cuocete
una mezz'oretta, rimescolando di tanto in tanto.
L'aglio dovra' cuocere, assolutamente senza colorire,e le acciughe si
spappoleranno; il conmdimento percio' dovra' bollire e non friggere.
Quando la salsa sara' pronta, aggiungete il burro e, appena sciolto,
portate il recipiente in tavola con sotto un fornelletto a spirito, accceso
in modo che mantenga calda la bagna.
Tutti i commensali vi immergeranno le verdure, accompagnjando ogni boccone con pane casareccio, aglio e acciughe.


materia prima

  

venerdì 20 settembre 2013

Una fetta di..."Ville lumiere", la Quiche



A Parigi ci sono andato in tutti i modi e in tutte le stagioni della mia vita; in auto da bambino con mamma e papà, in treno da ragazzo, alla scoperta di una delle città più eccitanti del mondo e in aereo da sposato per vivere anche il lato romantico della "ville lumiere".
Beh certo,molto ha fatto la fortuna di avere una zia che abita, non solo nella capitale francese ma addirittura nel suo quartiere più famoso, quello che ha visto camminare nelle sue numerose piazzette pittori come Van Gogh o sopportato le animate e rissose discussioni tra Picasso e Modigliani che in preda ai fumi dell'alcol si rincorrevano tra i tavoli delle taverne di Rue Lepic, insomma Montmartre.
Molto di quelle atmosfere si può ancora ritrovare se ci si inerpica lentamente verso il Sacro Cuore, buttando di tanto in tanto l'occhio dentro i bar o nelle famose boulangeries ( panetterie ) e molto di Parigi mi sono sempre riportato ai miei rientri nel bel paese, compresa qualche ricetta, rubacchiata osservando la "tante" Camilla all'opera davanti ai fornelli.


                                            Quiche speck,porri,patate e crescenza.

Una rivisitazione italianizzata della tipica torta salata francese.

Ingredienti:

3 porri
1 panetto di crescenza da 200 gr
1 patata grande
4 fette di speck
1 rotolo di pasta sfoglia


Preparazione:

Tagliate a rondelle i porri e fateli stufare in padella.
Fate la patata a cubetti e sbollentatela in acqua per circa 5 minuti.
Ora fate abbrustolire leggermente lo speck in padella con un filo di olio e poi tagliatelo a strisce sottili.
Unite, in un mastellino, tutti questi ingredienti e il panetto di crescenza, sale e pepe, dopodichè mescolate e formate un composto omogeneo.
Ponete la pasta sfoglia in una tortiera bassa, utilizzando la carta forno e riversatevi all'interno il composto.
40 minuti a 180 gradi e la vostra quiche sarà pronta. Fate riposare 10 minuti prima di servire.



Ricetta semplice ma moto saporita che ben si abbina ad un rosso persistente come il Valpolicella- La Cengia della cantina Begali, consigliato come sempre dai ragazzi di Made in Vino, cliccate e divertitevi con la video degustazione.

giovedì 29 agosto 2013

lunedì 22 luglio 2013

Mazzancolle scottadito su vellutata di cannellini




Prima di congedarmi per la pausa estiva, doverosa, non solo per le tanto attese ferie ma anche per il recupero di una certa linea e forma ,reso davvero difficile,specialmente nei mesi invernali, dalla passione per la cucina in ogni sua forma e ...porzione, volevo regalare agli amici del blog un'ottima ricetta che ha fatto da entrata all'ultima cena preparata presso il ristorante Dallo Zio, a cui ho avuto l'onore di partecipare come Chef accanto all'eccezionale Giuliano Canzian.
Non ultimo,il piacere di creare il giusto abbinamento per gli amici di Made in Vino, che questo mese nella videoguida alla degustazione ci presentano un Verdicchio di Matelica biologico Colle Stefano, cliccandoci sopra potrete scoprire quest'ottimo prodotto insieme a Christian e Filippo.

Ingredienti x 2 persone

6 mazzancolle fresche
fagioli cannellini
brodo vegetale
sale

Preparazione

Preparate la vellutata di fagioli cannellini utilizzando un frullatore ad immersione e allungando la crema con un po di brodo vegetale in modo da renderla omogenea al massimo ( senza eventuali grumi ) e più liquida.
Assaggiate ed eventualmente salate il composto.
Ora in una padella calda con un filo d'olio scottate le mazzancolle pulite e salatele leggermente ( io ho utilizzato il salfiore di Cervia in modo da ottenere una salatura meno forte ).
Con le teste dei gamberi potete preparare una velocissima bische ,facendole andare a fuoco vivace con un pizzico di ristretto di pomodoro e schiacciandole appena durante la cottura ( tenetene qualcuna per la guarnizione del piatto,come nella foto ).
Ora, nel fondello, ponete la vellutata di cannellini e versatevi un filo di bische sulla quale adagerete le mazzancolle.
Il piatto è pronto.

         
                Buone vacanze, ci ri-leggiamo a fine settembre

giovedì 18 luglio 2013

Bocconcini di tonno in farina di mais...su crema di squacquerone con tartufo estivo




D'estate ho caldo...c'è il sole, il mare, la moto...i pranzi in spiaggia con gli amici e gli aperitivi al fresco dei gazebo e difficilmente trovo la voglia e il tempo di studiare nuove ricette e sperimentarle per poi proporle su questo piccolo blog.
Questa volta però,contravvenendo alla mia regola di chiudere questo diario gastronomico nei mesi caldi,sono stato tirato giù dall'amaca da quei ragazzacci di Made in Vino che strattonandomi per la maglietta mi hanno proposto di abbinare con mie creazioni culinarie anche i vini del mese di luglio e io ...non ho potuto dire di  no.
Dopo essere corso sotto la doccia per levare ogni traccia di sabbia e crema abbronzante mi ritrovo quindi al pc a descrivervi quella che considero la mia prima vera invenzione gastronomica , totalmente libera da contaminazioni esterne e ispirazioni varie che in cucina sono normali se non fondamentali.               

"Bocconcini di tonno in farina di mais,su crema di squacquerone con tartufo estivo"


Ingredienti ( quantità a seconda dei commensali e della fame )

filetto di tonno
farina di mais
squacquerone (formaggio tipico romagnolo)
panna da cucina liquida
tartufo estivo

Preparazione:

Tagliate a dadini non troppo piccoli il tonno e bagnatelo nell'acqua frizzante,poi salatelo leggermente.
Impanate quindi con la farina di mais e lasciate riposare per circa 15 minuti in modo che la farina aderisca bene al pesce.
Preparate ora la crema di squacquerone, aggiungendo al formaggio la panna fino ad ottenere una vellutata.utilizzate il minipimer.
Adesso passate alla frittura dei bocconcini di tonno.Se non avete la friggitrice potete usare una padella piena d'olio di semi di girasole.Fate delle prove prima,la carne dovrà rimanere cotta ma leggermente rosacea all'interno.
Adesso è ora di inpiattare in maniera semplicissima. Stendete un letto di formaggio sul fondello e posizionatevi sopra 3 o 4 pezzi di tonno fritti poi utilizzando l'attrezzo giusto lasciate cadere sul piatto alcune foglie di tartufo estivo.Il piatto è completo.

N.B. per la mia creazione io utilizzo lo Squacquerone di San Patrignano per la particolare delicatezza.

Bene! Per l'abbinamento enologico di questo piatto,gli esperti di Made in Vino ci consigliano delle bollicine per contrastare la frittura e pulire il palato ad ogni sorso: Franciacorta "Francesco I" cantina Uberti.Cliccate e gustatevi la videoguida alla degustazione curata come al solito dai due "gemelli del calice", Christian e Filippo.
Cin cin e buon appetito a tutti!

giovedì 20 giugno 2013

Nuda e cruda! Tartare di vitello...alla Mazzola



Vi giuro che ho già sentito diverse persone lamentarsi di questa ondata di caldo che ci ha investito , dal nord al sud. Ma dico io: sia lodato Gesù Cristo del sole finalmente spuntato da dietro quelle nere nuvole che per troppi mesi  quest'anno ci hanno accompagnato!
L'unico inconveniente è che forse presi alla sprovvista e facendo affidamento ancora sulle temperature serali e mattutine un po più fresche, ancora non ci siamo preparati fisicamente a dovere per poter affrontare non dico la prova costume ma almeno quella t-shirt.
E ve lo dico io che purtroppo, volgendo gli occhi al mio ventre , ancora scorgo delle leggere fattezze da "panna cotta" , eliminabili ogni anno sempre con più fatica.
Quindi...senza dover rinunciare a pasti gustosi e nutrienti, che con questo caldo sono indispensabili, vi  propongo una mia rivisitazione di una pietanza che sta sul piatto un po come noi dovremmo stare sulle nostre spiagge. Nudi e crudi!

                                            Tartare di vitello...alla mia maniera

Ingredienti

Carne di vitello ( ho scelto quella destinata al carpaccio,ideale e freschissima)
senape francese
capperi
cipollotto bianco
4 acciughe
olio
pepe e sale

tutti gli ingredienti schierati


Tagliate la carne a coltello ( risulterà decisamente più gustosa e avrà un aspetto degno di una tartare e non di un ragù) e ponetela da parte mentre in un recipiente versate olio, un cucchiaino abbondante di senape, la cipollotta tritata finemente, così come i capperi e una acciuga nostrana.
Bene! ora emulsionate il tutto girando bene il composto. Aggiungete qualche goccia di salsa Worcester ( che trovate in ogni supermercato) e condite con il preparato la vostra carne. lasciate insaporire per circa 10 minuti e poi servite creando nel piatto una sorta di zuccotto e avvicinando ad esso qualche acciuga come ottimo accompagnamento del piatto.Deliziosa! A chi non può fare a meno del limone nella carne cruda dico: aggiungetene pure qualche goccia se volete, vedrete che sarà ottima lo stesso.

E' un piatto decisamente da bella stagione ma...un calice di ottimo vino in abbinamento lo consiglio caldamente. Anzi ce lo consigliano gli esperti di  Made in vino, realtà consolidata nel panorama enologico nazionale. Stappate quindi una bella bottiglia di Lacrima di Morro d'Alba Fonte del Re e cliccate qui per la video degustazione curata come sempre da Filippo e Christian. Cin cin a tutti.



Passatelli mazzancolle , calamaretti e spinaci



Quando ci si imbatte in una ricetta semplice ma gustosa, ricca di ingredienti ma equilibrata , allora...bisogna avere l'umiltà di riconoscere la bravura di chi ha studiato e resa possibile questa piccola realtà culinaria.
Questa volta voglio parlarvi di una preparazione dai sapori delicati e freschi come l'estate ma con un piglio tradizionale romagnolo molto forte e cioè i passatelli.


Ingredienti:

passatelli romagnoli ( cliccate nel testo e imparate a farli, sono semplicissimi)
200 gr di calamaretti
10 mazzancolle
250 gr di pomodorini ciliegino
2 mazzetti di spinaci freschi

I passatelli li farete seguendo la mia ricetta cliccando su, nel testo, la parola.
Per il sugo: preparate il calamaretti e tagliateli a listarelle. Cuoceteli con un filo d'olio,sale , pepe , peperoncino e sfumanteli con un buon vino bianco. A cottura non ancora ultimata unite le mazzancolle e portate a termine.
Cuocete i passatelli e dopo averli scolati per bene uniteli al pesce e fate saltare in padella unendo pomodorini e spinaci tagliati.

Che ne dite di un bianco fresco per accompagnare? L'abbinamento giusto ce lo suggeriscono gli amici di Made in Vino.Cliccate e scoprite questo ottimo Muller Thurgau H.Lun seguendo la video degustazione.
Buon appetito gente!




lunedì 10 giugno 2013

Romagna post: il Piadburger...



Lo ammetto. Questa creazione non è mia...e chissà di chi è alla fine?! Fatto sta che come per tutte le cose che raggiungono un riscontro nazional-popolare, questo particolare non ha tanta importanza.
Poi si sa, la cucina è come la musica. 7 son le note solamente ma innumerevoli le melodie che con esse si possono creare e così anche per i cibi , che "riarrangiati" in innumerevoli combinazioni, posso prender forma e sapori sempre nuovi e stupefacenti.
Questo è forse uno dei casi più eclatanti degli ultimi anni, almeno qui in Riviera dove a invenzioni non si sono mai lesinati. Ecco quindi nascere il Piadburger o Pidburger che dir si voglia; una rivisitazione del noto panino americano che come protagonista ha sempre la carne ma come involucro vede l'uso della piadina, bene primario dell'homo ariminensis , oramai nella lista del patrimonio Unesco.
Questa di oggi è la mia interpretazione di quello che potrebbe far parte della categoria STREETFOOD, se non fosse per tutte le possibili salse che durante la passeggiata gronderebbero sulla vostra maglietta preferita.

Ingredienti:

1 piadina ( perfette quelle sfogliate già confezionate,non me ne vogliano le azdore )
 formaggio fondente ( alternativa al classico squacquerone romagnolo, più gestibile diciamo)
1 hamburger ( io ho utilizzato dei simpatici mini-hamburgers di scottona)
insalata
senape e salse a piacimento

il modus operandi per prepararsi un ottimo Piadburger e abbastanza intuitivo.
Io ho tagliato una piccola estremità della piada ( che sarà la nostra parte alta), l'ho scaldata sul testo romagnolo ( cliccate ) e vi ho sistemato del formaggio fondente a scaldare.
Ho poi ,all'ultimo,condito l'insalata ( senza aceto) posizionandola al centro. Ora dopo aver sistemato gli hamburgers ho "sparato" della senape sulla parte bassa della piada ( ancora tonda ).
Richiudendo prima il lembo sotto e poi quelli laterali....ecco il Piadburger.
Buon appetito.

"impacchettato" e pronto per il morso!


Ideale accompagnamento : una birra chiara e fresca. Io ho scelto la birra "normale" Lurisia, date un'occhiata!


mercoledì 29 maggio 2013

Tutte le seppie...del Presidente

Parafrasando scherzosamente il celebre film del '76 di Alan Pakula che raccontava di tutte le vicende che portarono alle dimissioni dell'allora Presidente degli USA Nixon ( il famoso caso Watergate ), mi accingo a presentare sul mio piccolo blog una grande ricetta .
Grande perchè della tradizione romagnola ma grande anche perchè donatami direttamente da chi della romagnolità ne fà uno stile di vita.
Dopo averlo  visto all'opera , per una cena di solidarietà ed avere assaggiato i risultati del suo lavoro ai fornelli non ho potuto che chiedere al Pres. di mandarmi la sua ricetta originale delle

                                                             Seppie con i piselli
Ingredienti

1,5 kg di seppia
400 gr di pomodori pelati
500 gr di piselli
Aceto, vino, sale e pepe nero mezza cipolla 2-3 spicchi d'aglio





Fare soffriggere cipolla e aglio e due o tre cucchiai di aceto, poi mettere la seppia, e a fuoco relativamente alto farla cuocere fino a far evaporare l'acqua.
A questo punto aggiungere sale e vino e una punta di conserva, e dopo due tre minuti aggiungere i pomodori e i piselli insieme con aggiunta di un po' d'acqua. Sempre a fuoco alto, portarla ad ebollizione. Quando il tutto bolle, moderare il fuoco e far cuocere per almeno 1h e 15-3o min. Verso la fine della cottura, aggiungere pepe nero secondo i propri gusti...... Secondo me può cuocere anche di più, ma questo lo decidi tu sentendo di volta in volta la morbidezza della seppia.


Siamo sicuri caro Pres. che quello che è successo a Nixon a te non possa di sicuro accadere (  fosse almeno per il fatto che davanti alla Provincia c'è una chiesa ) in ogni caso ... ti invitiamo a frequentare il blog e  ad inviarci altre gustose ricette romagnole , schiette come te!

le seppie vanno tagliate a listarelle prima di cuocerle.


                                                                        ricetta originale di Stefano Vitali


lunedì 20 maggio 2013

Il Buon Pastore...

Molte volte la voglia di tenere vivo un blog,che per chi lavora è un impegno aggiuntivo, passa dal confronto con persone che amano il cibo e di cibo vivono tutti i giorni. E' il caso del mio amico Mirko che non perde occasione per farmi assaggiare qualcosa di buono e sempre nuovo.
Da qui nasce quella che preferirei chiamare "proposta" di oggi. Una selezione di formaggi pecorini del caseificio "il Buon pastore", del quale purtroppo non posso fornirvi un indirizzo web ,in quanto non presente ancora sulla rete.
E allora sediamoci a tavola e facciamoci portare 3 splendide opere d'arte: un pecorino passito ( cioè stagionato), un'altro aromatizzato,cioè lasciato riposare con paglia, rosmarino,salvia ... ed infine il pecorino gobbo, chiamato così poichè il caglio viene fatto con la macerazione del cardo ( gobbo, in romagnolo ).
Tre squisitezze che se accompagnate con adeguate confetture regalano al palato sensazioni ed emozioni uniche. Perchè " LA BOCCA NON L'E' STRACCA SE NON LA SA DA VACCA!"



Tre formaggi che ben si abbinano al Pathos, rosso della Cantina Santa Barbara, eccezionale proposta dei ragazzi di Made in Vino, cliccate e divertitevi a seguire le video degustazioni.

Volete assaggiare anche voi queste prelibatezze? Non vi resta che recarvi a Montefiore Conca (RN) presso il caseificio oppure....fare un salto all'Osteria de Borg,dove Mirko vi accoglierà e vi farà degustare i prodotti dei presidi Slow food.

Il Buon Pastore...

Molte volte la voglia di tenere vivo un blog,che per chi lavora è un impegno aggiuntivo, passa dal confronto con persone che amano il cibo e di cibo vivono tutti i giorni. E' il caso del mio amico Mirko che non perde occasione per farmi assaggiare qualcosa di buono e sempre nuovo.
Da qui nasce quella che preferirei chiamare "proposta" di oggi. Una selezione di formaggi pecorini del caseificio "il Buon pastore", del quale purtroppo non posso fornirvi un indirizzo web ,in quanto non presente ancora sulla rete.
E allora sediamoci a tavola e facciamoci portare 3 splendide opere d'arte: un pecorino passito ( cioè stagionato), un'altro aromatizzato,cioè lasciato riposare con paglia, rosmarino,salvia ... ed infine il pecorino gobbo, chiamato così poichè il caglio viene fatto con la macerazione del cardo ( gobbo, in romagnolo ).
Tre squisitezze che se accompagnate con adeguate confetture regalano al palato sensazioni ed emozioni uniche. Perchè " LA BOCCA NON L'E' STRACCA SE NON LA SA DA VACCA!"



Tre formaggi che ben si abbinano al Pathos, rosso della Cantina Santa Barbara, eccezionale proposta dei ragazzi di Made in Vino, cliccate e divertitevi a seguire le video degustazioni.

Volete assaggiare anche voi queste prelibatezze? Non vi resta che recarvi a Montefiore Conca (RN) presso il caseificio oppure....fare un salto all'Osteria de Borg,dove Mirko vi accoglierà e vi farà degustare i prodotti dei presidi Slow food.

sabato 18 maggio 2013

Insalata di seppioline con carciofi freschi



Talvolta è meglio affidarsi alla semplicità e alla qualità degli ingredienti che da soli riescono a creare una ricetta eccezionale.
Come dice chi è sicuramente più preparato di me: "non esistono ricette noiose ma solo cuochi incapaci".
Con questa massima, voglio presentare una preparazione fresca,leggera ed economica, basata su due ingredienti solamente: le seppie ed i carciofi.

Ingredienti

400 gr di seppioline già pulite
4 carciofi
1 limone
sale,pepe ed olio.

Lessate le seppie in acqua non salata.Una volta raffreddate, tagliatele a listarelle.
Pulite i carciofi molto bene e tagliateli finemente.Ora, in una terrina, condite i carciofi con sale,pepe e olio.
Spremetevi anche un limone ed unite con la seppia.Mescolate bene e servite a temperatura ambiente.

Questa ricetta ben si abbina ad una delle meraviglie enologiche che ogni mese gli amici di Made in Vino ci propongono,il Trento Doc della cantina Balter, cliccateci sopra e seguite la video-guida alla degustazione curata da Christian e Filippo.


Ricetta originale de "La Marianna" Trattoria di mare,dove potrete gustarla e confrontarla con quella fatta da voi a casa.




mercoledì 15 maggio 2013

Rewind 80s ... mousse al cioccolato



Le prime uscite con gli amici, a poche centinaia di metri da casa e in luoghi ben conosciuti da tutti i genitori.
Sedersi a tavola, come i grandi ma senza di loro e poter parlare di tutto quello che ci passava per la testa, quasi sempre di ragazzine e musica. Poi ordinare. sui menù delle pizzerie trovavi sempre le stesse 10 guarnizioni: capricciosa, 4 stagioni, prosciutto e funghi... e poi immancabile tra i dolci c'era lei, la mousse al cioccolato.
Adesso che i brufoli non sono più un problema di vita o di morte, possiamo concederci un dolce anni '80 anche a casa, con pochi ed economici ingredienti e la sicurezza di un risultato da... ritorno al futuro!

Ingredienti:

cioccolato al latte ( io ho usato ancora quello dell'uovo di Pasqua Lindt )
1 brik da 200 ml di panna fresca da montare
3 uova
1 cucchiaio e mezzo di zucchero

Fate sciogliere a bagno maria il cioccolato, nel frattempo montate la panna in un mastello e lasciatela in frigorifero. Montate a neve gli albumi (3) e separatamente 2 tuorli con lo zucchero.
Ora, unite il cioccolato fuso ai tuorli e girate molto bene poi unite anche i bianchi e poi la panna.
Abbiate cura di fare  un movimento regolare e delicato in modo da inglobare aria il più possibile e non smontare i vari componenti.Lasciate in frigo per almeno 3 ore.

i pochi ingredienti pronti da assemblare
Godetevi un pò di musica anni '80 , guardando i video qui a destra.

venerdì 3 maggio 2013

Col cavolo...mamma! (orecchiette acciughe e cavolfiore)



Ci sono momenti nella vita in cui si sente particolarmente il bisogno della mamma.
Capita anche a quelli grandi e grossi come me.
Sapete io cosa faccio in questi casi, avendo la mia a diverse centinaia di chilometri di distanza?
Ora ve lo dico. Cucino uno di quei piatti semplici che la mia mamma mi ha insegnato a fare, quando ancora a a malapena riuscivo a friggere un uovo in padella.

                                                 Orecchiette acciughe e cavolfiore

Ingredienti per 4 persone

350 gr di pasta ( ovviamente il formato pugliese )
1 cavolfiore bianco bianco.
1/2 tubetto di pasta di acciughe
olio e aglio.


Ricetta facile ma spettacolare!
Mettete a bollire l'acqua , intanto mondate e tagliate a pezzi il cavolfiore ( non troppo piccoli ).
Salate l'acqua e buttatevi dentro il cavolfiore sciacquato e dopo circa 5 minuti anche la pasta ( stessa pentola ). Ora in una padella fate rosolare uno spicchio d'aglio in olio e poi fatevi sciogliere circa mezzo tubetto di pasta d'acciughe ( deve sfriccicare un pò eh! ).



Una volta terminato il tempo di cottura della pasta scolate tutto e versatelo a saltare nella padella per 1 minuto girando e rigirando per bene.
Servite e buon appetito!

Mi piacerebbe aprire una nuova sezione del blog con le ricette delle mamme,più o meno antiche.
Se vi va , mandatemi le ricette che avete imparato dalla vostra e io la pubblicherò ,citandola,se volete. Alla prossima, ciao mamma!



giovedì 18 aprile 2013

Gamberoni alla gallipolina




Sono tante le specie che popolano il mare.
Avete mai fatto caso, guardando un documentario su qualche rete specializzata, a come i pesci nuotano sempre impavidi, non facendosi particolare cruccio di ciò che potrebbe attenderli dietro una pietra o una grossa calcificazione di corallo.Loro dirigono verso quella che ritengono essere la giusta metà, anche se essa si trova in una parte di mare od oceano particolarmente ricca di predatori o se vi è da faticare a causa della forte corrente avversa.
I pesci sanno che è giusto comportarsi così, perchè solo così la loro specie potrà perdurare e perchè forse sanno anche inconsciamente che il risultato finale comporta sempre dei rischi , anche incalcolabili.
Poi però nel mare ci sono anche i gamberi, un tipo di abitante degli abissi che preferisce non rischiare molto e  raggiungere la propria meta camminando all'indietro.
Non so perchè ma stando qui , davanti alla televisione, a seguire in diretta l'elezione del nuovo Presidente dello stivale, mi vengono in mente i gamberi.

Facciamo una cosa amici, i gamberi questa volta mangiamoceli e cuciniamoli come fanno in Puglia.
Questo mese, l'abbinamento per un'eccezionale bollicina d'oltralpe,GUINOT BLANQUETTE DE LIMOUX sono i preziosi
                                                     Gamberoni alla gallipolina


Ingredienti:

Gamberi , freschi e grossi ( io ho usato delle mazzancolle locali)

sale grosso ( ho utilizzato quello delle saline di Cervia, provatelo,dolce, non copre i sapori ma li esalta)
olio extravergine
pepe bianco
sale fino
aneto fresco




Create un letto di sale grosso su di una  ampia pirofila, stendetevi i gamberoni lavati ed asciugati e ricopriteli con altrettanto sale.
Fateli cuocere per 5 minuti a 220 gradi in forno ventilato poi tirateli fuori e controllate che siano cotti( non stracotti mi raccomando se no non riuscirete a sgusciarli bene ).
Preparate un pinzimonio con l'olio un pizzico di pepe e sale e un pò di aneto sminuzzato.
Ora, sgusciate i gamberoni e serviteli con una ciotolina con l'olio per ogni persona che potrà in questo modo intingerli in essa e gustarli.
Semplici e buonissimi.

Visionate la scheda-video del vino , curata dallo staff di Made in Vino.




P.S. Mi sembra di aver sentito il nome di Rocco Siffredi.

Piccola Tartare di Salmone...della saggezza!



"Esisteva in Irlanda,sull'isola di Skye , un pozzo sacro, fonte inesauribile d'ispirazione.
Ed esistevano intorno a questo pozzo, nove vecchi noccioli che ogni sette anni lasciavano cadere un frutto all'interno del foro che portava all'acqua.
La leggenda vuole che un salmone , riuscito nell'intento di mangiare tutte e nove le nocciole cadute dagli alberi e divenuto quindi portatore di infinita conoscenza, divenisse il principale pallino di Finn Eces, poeta irlandese che per ben sette anni cercò di pescare il pesce e riceverne quindi la saggezza gustandone le carni.
Una volta catturato diede incarico al suo servo Fionn  di cucinarlo per lui, in quanto, sebbene giovane, ottimo cuoco.
Fionn, durante la preparazione,  si scottò il pollice versando del grasso bollente del pesce che stava cucinando e subito si portò il dito alla bocca al fine di alleviare il dolore.
Quando il servo portò il cibo al tavolo del suo padrone, Finegas ( Finn Eces) intravide negli occhi del ragazzo un fuoco che mai aveva visto ardere in nessuno,il fuoco della saggezza. Subito interrogò il giovane che dopo aver negato di aver assaporato le carni del salmone,dovette ammettere di averne gustato il sapore.
L'enorme saggezza ricevuta da Fionn gli permise così di diventare il Leader dei Fianna, eroi del mito Irlandese".
Beh , non ci crederete ma l'altro giorno, passeggiando lungo le sponde dell'Uso, in località San Mauro Pascoli, mi sono imbattuto in un enorme salmone che placido se ne stava lì, a riposare dondolato dalla leggera corrente che spinge l'acqua fino al mare.
Senza farmi sentire...tac...e il gioco era fatto. Salmone fresco per me e per i miei amici.
Non sto certo qui a dirvi che a fine cena eravamo tutti in grado di disquisire sui temi fondamentali dell'essere  e della vita e probabilmente nemmeno su quello di cui normalmente discorriamo sul finire delle nostre serate. Forse questo lo si doveva non tanto al salmone "non saggio" ma piuttosto al vino "abbondante" che lo ha accompagnato....nell'ultimo suo viaggio.

                                                                 Tartare di Salmone ...saggio.

Ingredienti:

Filetto di salmone 400 gr.
1 cucchiaino si senape francese in grani
1 limone dolce
mezzo cucchiaino di aneto fresco
olio ( non troppo aggressivo )
sale
pepe bianco
1 cipollotto bianco



Tagliate, "a coltello", in piccoli cubetti il salmone fresco,lo stesso per la cipolla.
Sminuzzate l'aneto ed ora in una terrina abbastanza grande amalgamate questi elementi aggiungendo il succo del limone, tre cucchiai di extra vergine di oliva, un pizzico di sale e una buona grattata di pepe bianco.
Aggiungete un cucchiaino abbondante di senape.Rimestate un'ultima volta e mettete in frigo a riposare per 45 minuti.
Se volete ( suggerimento dell'Arianna ), accompagnate con una patata americana e del pane di segale.

Questo piatto, da gustare magari in giorni di festa o in occasione dei primi soli primaverili, ben si accompagna
a delle ottime "bollicine italiane". Quale migliore occasione,quindi, per farsi accompagnare nell'ennesimo viaggio alla scoperta delle eccellenze italiane da quei ragazzacci di Made in Vino, che quest'oggi propongono un "Brut" di Luigi Coppo. Cliccate e seguite la video-guida degustazione di Christian e Filippo.Cin cin a tutti!



P.S. Le ultime parole famose: Non stare a portare la macchina fotografica che con l'Iphone le foto vengono da "Dio".                               Fabri