martedì 16 febbraio 2016

Forza Vecchio Cuore ....di tonno !



Se non si parlasse di cuore qui, sull'unico blog di cucina tremendista, beh...non si potrebbe dire di essere un blog di cucina tremendista.
Nella settimana dedicata ai cuori, quegli degli innamorati, magari illusi, traditi ma sempre palpitanti come quelli dei tifosi granata, il nostro Toro ci ha regalato una boccata di ossigeno, una dimostrazione d'amore inaspettata che rintempra.
Perchè il tifoso torinista è come un innamorato non corrisposto. Un patente sognatore che spera che un giorno o l'altro la sua amata si unirà a lui nell'idillio sentimentale e nel frattempo si cruccia, soffre, patisce, salvo sospirare quando con un gesto di magnanimità riceve un segnale di speranza che non spegne minimamente la sua foga, anzi l' alimenta.
Così, come un sms con una frase dolce o uno sguardo fugace in mezzo alla folla, sono stati per noi innamorati granata, i tre goals di domenica, un impulso, un battito di cuore che rinnova l'ottimismo nella promessa di un futuro meraviglioso fatto finalmente solo di felicità e soddisfazioni.
Ma tant'è ....così ancora non è . quindi pensando al cuore ( non solo quello Vecchio e Granata ) e alla bella terra siciliana che ci ha fatto gioire , decido di presentare su questo piccolo blog, una ricetta particolare e cioè:

                                                       le Busiate con cuore di Tonno 

Gli ingredienti sono senza scelta, in quanto, questo tipico piatto siciliano e per la precisione trapanese, si compone semplicemente di ottima pasta trafilata artigianalmente e del cuore del Tonno, tesoro delle acque della Trinacria che viene sapientemente essiccato proprio per essere utilizzato in preparazioni tradizionali.
Va da se che in una pentola con acqua bollente  e salata, vadano calate le BUSIATE particolare formato realizzato in questo caso dal pastificio Campo ( cliccare sul nome per scoprire i segreti di produzione ).



In una padella ,invece, in abbondante olio extravergine , verrà grattugiato abbondantemente il cuore essiccato del tonno, in modo da farlo soffriggere dolcemente con uno spicchio d'aglio in camicia ( che ovviamente toglierete ) e un peperoncino piccante ( roba nostrana se possibile , più equilibrata nel grado e nel sapore ).
Una volta portata la cottura della pasta, al dente, si verseranno le busiate nella padella contenente l'olio e il cuore avendo l'accortezza di aggiungere un mestolo di acqua di cottura senza la quale la pasta non riuscirà a terminare il suo ciclo e non avrete l'effetto mantecato.
Impiattate e cospargete abbondantemente con altro cuore di tonno e...buon appetito!

E' un piatto dal sapore deciso , seppur mantenga un'eleganza straordinaria donatagli dal suo ingrediente principale , il Tonno. Per tale ragione credo vada accompagnato da un vino , tipico , altrettanto importante come il Chiarandà di Donnafugata ( clicca e scopri ).

lunedì 8 febbraio 2016

Il Toro e ...il culatello




Il tifoso del Toro , da sempre, può fregiarsi del titolo di fine analista calcistico. Infatti a causa ( o per colpa ) della sua fede smisurata, ad ogni insuccesso granata , deve per forza o per dovere trovare la causa tecnico/tattica, il fattore psicologico, l'elemento campo e l'influenza tifo , insomma deve sbattersi più degli undici in campo per trovare una scusa alle scellerate prestazioni sportive della sua compagine.
Ed è proprio a causa di questa  caratteristica , tutta granatica che l'altra sera mi trovavo a ragionare su quale fosse la mia più grande  gioia  calcistica vissuta negli ultimi 40 anni e calcolando che nascendo nel '76 non potevo godere coscientemente dell'ultimo glorioso scudetto regalatoci dai gemelli del goal, sono giunto alla conclusione che l'inaspettata trasferta di Bilbao di 12 mesi fa , costituisce per il sottoscritto l'apice, l'orgasmo, del personale rapporto uomo/Toro.
Ora vi chiedo...chi, più di un anno fa rese possibile il nostro , neppur tanto breve, percorso europeo che ancora oggi a molti ofusca la mente? Il Mister? NO , Il Presidente Urbano I ? NO, Il fantasmagorico duo Cerci-Immobile? NEMMENO. Beh Signore e Signori, colui che ci regalò il sogno di poter rivivere la memorabile serata della finale di Amsterdam è nientepopodimeno che sua rotondità TOMMASO GHIRARDI.



Io a differenza di molti, quest'uomo lo amo! Perchè se non fosse stato per le sue peripezie gestionali, cari fratelli tremendisti, il nostro sogno , passato per Belgio, Finlandia, Danimarca, Paesi Baschi e infine Russia si sarebbe volatilizzato li, sui piedi proprio di colui che per un'annata intera ci aveva fatto sognare e a distanza di pochi mesi ci avrebbe tradito per "il calcio che conta".
Allora, in onore a Tommy, alla sua ex squadra e a tutta la città padana vi propongo oggi una gustosissima ricetta che pone al centro proprio Parma e il suo salume più nobile, il Culatello.

     


                                                  TAGLIOLINI AL CULATELLO

Mettete a bollire l'acqua e salatela.
In una padella fate rosolare con un filo d'olio alcune fette di culatello, tagliato a striscioline, non troppo piccole e  quando iniziano ad essere dorate e croccanti fatele sfumare con un goccio di brandy.
Toglietele dalla casseruola e ponetele in un piattino.
Mentre buttate giù i tagliolini ( calcolate 120/150 grammi a testa ) a cuocere nell'acqua bollente, in una padella fate sobbollire del brodo ( che vuol dire piano piano ) in cui getterete alcune manciate di parmigiano reggiano in modo da creare una delicata crema ( non troppo densa mi raccomando ). Siate generosi in questo.




Scolate la pasta al dente e versatela a tirare nella padella con la crema di parmigiano.
Senza fare asciugare troppo il tagliolino, impiattate, ponendo sopra di esso alcune strisce del culatello precedentemente preparato e se volete concludete con una macinata di pepe.
Ecco fatto, piatto semplice ma di enorme soddisfazione.
Viva Parma e il culatello ( quello del Toro!! )

venerdì 29 gennaio 2016

Scontro tra bolliti?




Nuova veste grafica e nuovo nome...e con questo vi do il benvenuto su quello che si ripropone d'essere un blog di cucina tremendista.
Si perchè, come al Toro, anche alla cucina si può senza paura di inadeguatezza, accostare il termine tanto caro ai tifosi granata.
Tremendismo è il giocatore o la squadra che magari pur non vincendo grappoli di trofei, costituisce osso durissimo per qualsiasi avversario. Una squadra, quella tremendista, fatta di orgoglio, rabbie leali,capacità aggressive, mai vinta, temibile in ogni occasione, soprattutto quando la compagine è di rango.


Tremendismo, un termine che da quando è stato adottato è riuscito a creare invidie di cui andiamo orgogliosissimi. Perchè come diceva Giovanni Arpino "..anche di neologismi si vive, non solo di pane e coppe".
Anche la cucina, quella semplice ma sincera, fatta dalla gente per la gente, scevra da meccanismi riconoscitivi come stelle Michelin o forchette di più italico conio, può quindi regalare emozioni e specialmente per questo rientrare a pieno nello spirito tremendista.
A molti di voi sarà sembrato alquanto scontato il titolo di questo post, infatti alla previgilia dello scontro con la compagine scaligera, unica squadra ancora priva di vittorie in tutta Europa, l'accostamento tra la drammatica situazione in cui versano i veronesi e le penose prestazioni espresse dai granata darebbe facile adito a considerazioni inerenti il grado di cottura di giocatori ( e allenatore! ) dopo appena due partite dal giro di boa.
Siccome però, il tifoso torinista è per antonomasia ostinato nel suo amore sproposititato verso la maglia e la speranza è l'ultima a morire....i bolliti di cui vi parlerò oggi non sono quelli che vestiranno pantaloncini e calzettoni tra due giorni, bensì quelli che potreste trovarvi ad assaporare visitando il capoluogo piemontese o perchè no, recandovi  sulle rive dell'Adige.
Per quel che riguarda quello "Piemontese" c'è una vera è propria "confraternita" , con sede a Guarene , paese di circa 3500 anime del cuneese, che da tempo immemore ne custodisce e difende i dogmi.
7 devono essere i tagli di carne, così come gli ammennicoli o le frattaglie tutto accompagnato con altrettante verdure e da almeno cinque salse obbligatoriamente artigianali come quella verde, quella di pomodoro e acciughe, al miele, senape e mostarda d'uva. Per la preparazione vi rimando alla pagine ufficiale della "Confraternita del bollito e della Pera Madernassa".



Questo piatto fa parte della più profonda tradizione domenicale piemontese, quella che trova origine sulle tavole della provincia "Granda" ( Cuneo ) e si diffonde fin sul Valentino , così come di costume culinario si deve parlare se si prende in considerazione il bollito veronese con la "Peara".
Di più limitata varietà di carni, solo 5 contro le 7 di quello piemontese, il bollito veneto si caratterizza dalla tipica salsa d'accompagnamento fatta con pane raffermo e grattugiato, brodo, midollo di bue e pepe che, vi assicuro regala un contrasto organolettico entusiasmante. Nel mio ultimo viaggio nella bella Verona ho potuto regalarmi , accompagnato da buongustai autoctoni, un'esperienza indimenticabile, sedendomi in uno dei più storici locali scaligeri l' Osteria da Ugo. Consigliatissima.


il bollito di "Ugo" con la tradizionale peara


A questo punto , tornando sul piano calcistico e volendolo associare con quello gastronomico, verrebbe da ben sperare vista l'indubbia superiorità del bollito granata su quello giallo/blu ma come si sa...la palla è rotonda e ...i gusti son gusti!

D'obbligo un buon bicchiere di vino rosso. Un buon barbera d'Alba, nettare delle Langhe o un classico valpolicella Ripasso.