Se non si parlasse di cuore qui, sull'unico blog di cucina tremendista, beh...non si potrebbe dire di essere un blog di cucina tremendista.
Nella settimana dedicata ai cuori, quegli degli innamorati, magari illusi, traditi ma sempre palpitanti come quelli dei tifosi granata, il nostro Toro ci ha regalato una boccata di ossigeno, una dimostrazione d'amore inaspettata che rintempra.
Perchè il tifoso torinista è come un innamorato non corrisposto. Un patente sognatore che spera che un giorno o l'altro la sua amata si unirà a lui nell'idillio sentimentale e nel frattempo si cruccia, soffre, patisce, salvo sospirare quando con un gesto di magnanimità riceve un segnale di speranza che non spegne minimamente la sua foga, anzi l' alimenta.
Così, come un sms con una frase dolce o uno sguardo fugace in mezzo alla folla, sono stati per noi innamorati granata, i tre goals di domenica, un impulso, un battito di cuore che rinnova l'ottimismo nella promessa di un futuro meraviglioso fatto finalmente solo di felicità e soddisfazioni.
Ma tant'è ....così ancora non è . quindi pensando al cuore ( non solo quello Vecchio e Granata ) e alla bella terra siciliana che ci ha fatto gioire , decido di presentare su questo piccolo blog, una ricetta particolare e cioè:

                                                       le Busiate con cuore di Tonno 

Gli ingredienti sono senza scelta, in quanto, questo tipico piatto siciliano e per la precisione trapanese, si compone semplicemente di ottima pasta trafilata artigianalmente e del cuore del Tonno, tesoro delle acque della Trinacria che viene sapientemente essiccato proprio per essere utilizzato in preparazioni tradizionali.
Va da se che in una pentola con acqua bollente  e salata, vadano calate le BUSIATE particolare formato realizzato in questo caso dal pastificio Campo ( cliccare sul nome per scoprire i segreti di produzione ).



In una padella ,invece, in abbondante olio extravergine , verrà grattugiato abbondantemente il cuore essiccato del tonno, in modo da farlo soffriggere dolcemente con uno spicchio d'aglio in camicia ( che ovviamente toglierete ) e un peperoncino piccante ( roba nostrana se possibile , più equilibrata nel grado e nel sapore ).
Una volta portata la cottura della pasta, al dente, si verseranno le busiate nella padella contenente l'olio e il cuore avendo l'accortezza di aggiungere un mestolo di acqua di cottura senza la quale la pasta non riuscirà a terminare il suo ciclo e non avrete l'effetto mantecato.
Impiattate e cospargete abbondantemente con altro cuore di tonno e...buon appetito!

E' un piatto dal sapore deciso , seppur mantenga un'eleganza straordinaria donatagli dal suo ingrediente principale , il Tonno. Per tale ragione credo vada accompagnato da un vino , tipico , altrettanto importante come il Chiarandà di Donnafugata ( clicca e scopri ).



Il tifoso del Toro , da sempre, può fregiarsi del titolo di fine analista calcistico. Infatti a causa ( o per colpa ) della sua fede smisurata, ad ogni insuccesso granata , deve per forza o per dovere trovare la causa tecnico/tattica, il fattore psicologico, l'elemento campo e l'influenza tifo , insomma deve sbattersi più degli undici in campo per trovare una scusa alle scellerate prestazioni sportive della sua compagine.
Ed è proprio a causa di questa  caratteristica , tutta granatica che l'altra sera mi trovavo a ragionare su quale fosse la mia più grande  gioia  calcistica vissuta negli ultimi 40 anni e calcolando che nascendo nel '76 non potevo godere coscientemente dell'ultimo glorioso scudetto regalatoci dai gemelli del goal, sono giunto alla conclusione che l'inaspettata trasferta di Bilbao di 12 mesi fa , costituisce per il sottoscritto l'apice, l'orgasmo, del personale rapporto uomo/Toro.
Ora vi chiedo...chi, più di un anno fa rese possibile il nostro , neppur tanto breve, percorso europeo che ancora oggi a molti ofusca la mente? Il Mister? NO , Il Presidente Urbano I ? NO, Il fantasmagorico duo Cerci-Immobile? NEMMENO. Beh Signore e Signori, colui che ci regalò il sogno di poter rivivere la memorabile serata della finale di Amsterdam è nientepopodimeno che sua rotondità TOMMASO GHIRARDI.



Io a differenza di molti, quest'uomo lo amo! Perchè se non fosse stato per le sue peripezie gestionali, cari fratelli tremendisti, il nostro sogno , passato per Belgio, Finlandia, Danimarca, Paesi Baschi e infine Russia si sarebbe volatilizzato li, sui piedi proprio di colui che per un'annata intera ci aveva fatto sognare e a distanza di pochi mesi ci avrebbe tradito per "il calcio che conta".
Allora, in onore a Tommy, alla sua ex squadra e a tutta la città padana vi propongo oggi una gustosissima ricetta che pone al centro proprio Parma e il suo salume più nobile, il Culatello.

     


                                                  TAGLIOLINI AL CULATELLO

Mettete a bollire l'acqua e salatela.
In una padella fate rosolare con un filo d'olio alcune fette di culatello, tagliato a striscioline, non troppo piccole e  quando iniziano ad essere dorate e croccanti fatele sfumare con un goccio di brandy.
Toglietele dalla casseruola e ponetele in un piattino.
Mentre buttate giù i tagliolini ( calcolate 120/150 grammi a testa ) a cuocere nell'acqua bollente, in una padella fate sobbollire del brodo ( che vuol dire piano piano ) in cui getterete alcune manciate di parmigiano reggiano in modo da creare una delicata crema ( non troppo densa mi raccomando ). Siate generosi in questo.




Scolate la pasta al dente e versatela a tirare nella padella con la crema di parmigiano.
Senza fare asciugare troppo il tagliolino, impiattate, ponendo sopra di esso alcune strisce del culatello precedentemente preparato e se volete concludete con una macinata di pepe.
Ecco fatto, piatto semplice ma di enorme soddisfazione.
Viva Parma e il culatello ( quello del Toro!! )



Nuova veste grafica e nuovo nome...e con questo vi do il benvenuto su quello che si ripropone d'essere un blog di cucina tremendista.
Si perchè, come al Toro, anche alla cucina si può senza paura di inadeguatezza, accostare il termine tanto caro ai tifosi granata.
Tremendismo è il giocatore o la squadra che magari pur non vincendo grappoli di trofei, costituisce osso durissimo per qualsiasi avversario. Una squadra, quella tremendista, fatta di orgoglio, rabbie leali,capacità aggressive, mai vinta, temibile in ogni occasione, soprattutto quando la compagine è di rango.


Tremendismo, un termine che da quando è stato adottato è riuscito a creare invidie di cui andiamo orgogliosissimi. Perchè come diceva Giovanni Arpino "..anche di neologismi si vive, non solo di pane e coppe".
Anche la cucina, quella semplice ma sincera, fatta dalla gente per la gente, scevra da meccanismi riconoscitivi come stelle Michelin o forchette di più italico conio, può quindi regalare emozioni e specialmente per questo rientrare a pieno nello spirito tremendista.
A molti di voi sarà sembrato alquanto scontato il titolo di questo post, infatti alla previgilia dello scontro con la compagine scaligera, unica squadra ancora priva di vittorie in tutta Europa, l'accostamento tra la drammatica situazione in cui versano i veronesi e le penose prestazioni espresse dai granata darebbe facile adito a considerazioni inerenti il grado di cottura di giocatori ( e allenatore! ) dopo appena due partite dal giro di boa.
Siccome però, il tifoso torinista è per antonomasia ostinato nel suo amore sproposititato verso la maglia e la speranza è l'ultima a morire....i bolliti di cui vi parlerò oggi non sono quelli che vestiranno pantaloncini e calzettoni tra due giorni, bensì quelli che potreste trovarvi ad assaporare visitando il capoluogo piemontese o perchè no, recandovi  sulle rive dell'Adige.
Per quel che riguarda quello "Piemontese" c'è una vera è propria "confraternita" , con sede a Guarene , paese di circa 3500 anime del cuneese, che da tempo immemore ne custodisce e difende i dogmi.
7 devono essere i tagli di carne, così come gli ammennicoli o le frattaglie tutto accompagnato con altrettante verdure e da almeno cinque salse obbligatoriamente artigianali come quella verde, quella di pomodoro e acciughe, al miele, senape e mostarda d'uva. Per la preparazione vi rimando alla pagine ufficiale della "Confraternita del bollito e della Pera Madernassa".



Questo piatto fa parte della più profonda tradizione domenicale piemontese, quella che trova origine sulle tavole della provincia "Granda" ( Cuneo ) e si diffonde fin sul Valentino , così come di costume culinario si deve parlare se si prende in considerazione il bollito veronese con la "Peara".
Di più limitata varietà di carni, solo 5 contro le 7 di quello piemontese, il bollito veneto si caratterizza dalla tipica salsa d'accompagnamento fatta con pane raffermo e grattugiato, brodo, midollo di bue e pepe che, vi assicuro regala un contrasto organolettico entusiasmante. Nel mio ultimo viaggio nella bella Verona ho potuto regalarmi , accompagnato da buongustai autoctoni, un'esperienza indimenticabile, sedendomi in uno dei più storici locali scaligeri l' Osteria da Ugo. Consigliatissima.


il bollito di "Ugo" con la tradizionale peara


A questo punto , tornando sul piano calcistico e volendolo associare con quello gastronomico, verrebbe da ben sperare vista l'indubbia superiorità del bollito granata su quello giallo/blu ma come si sa...la palla è rotonda e ...i gusti son gusti!

D'obbligo un buon bicchiere di vino rosso. Un buon barbera d'Alba, nettare delle Langhe o un classico valpolicella Ripasso.









Credo che per chi sente la passione della cucina dentro di se, il preparare una ricetta sia un po come tirare fuori il proprio stato d'animo, in quel preciso momento. Gli ingredienti, la dolcezza piuttosto che la sapidità, possono rispecchiare i pensieri e farli anche trasparire , facendo in modo che chi ha la giusta propensione verso di noi possa anche comprendere come ci sentiamo.



L'amore è come la buona cucina, le cose speciali nascono sempre da ingredienti semplici,
ma sono rese magiche dalla fantasia...

                                                                                           Paul Mehis






Ingredienti:

3 uova
un panetto di formaggio crescenza
1/2 etto di speck a fette
3 zucchine scure
1 rotolo di pasta sfoglia
sale e pepe bianco
1kg e mezzo di appetito

La preparazione di questa torta salata non è assolutamente complicata ma necessita di una certa accuratezza poichè è un bilanciamento di sapori e basta un po di superficialità per disequilibrare gli accostamenti e passare da un piatto delizioso ad un mediocre riempipancia  da aperitivo.
Fate a straccetti le fette di speck e rosolatele in una padella con un filo d'olio. Mi raccomando lasciate anche quel poco grasso che può contenere il salume, in quanto si scioglierà e renderà meno salato il tutto....tanto non sarà questo a rovinare la vostra prova costume. In una terrina sbattete le uova con una forchetta, aggiungendo una presa di sale e 2 grattate di pepe ( io uso quello bianco ultimamente in quanto meno aggressivo nel sapore ). Mentre vi provocate forti dolori al braccio destro, in una padella fate passare,in un filo di olio extravergine, le zucchine precedentemente tagliate a dadini, con uno spicchio di aglio se non vi da fastidio. Una volta che lo speck è rosolato, non bruciato, le zucchine sono ammorbidite, non appassite,e l'uovo ben sbattuto.....prendete una capiente terrina e unite tutti questi ingredienti con il formaggio morbido e mescolate bene. Il formaggio , ovviamente lo dovrete fare a tocchi con le mani in quanto vi riuscirebbe difficile amalgamarlo così com'è.
Nella tortiera stendete la pasta sfoglia avendo cura di tenere i bordi per poterli poi rigirare una volta guarnita. Rovesciate tutto il contenuto della terrina sulla pasta sfoglia , girate i lembi all'interno e infornate a 180 gradi per 30/35 minuti ( ventilato se possibile ). Non mi resta che augurarmi che abbiate seguito passo a passo la ricetta e augurare a voi buon appetito.






Primordiali. Questa è la giusta definizione degli gnocchi e non solo perchè l'assaporarli ci riporta ai primordi della nostra esistenza, quando la nonna ce li cucinava con il pomodoro fresco , facendoceli desiderare dal mattino, quando la scrutavamo schiacciare le patate e arrotolare l'impasto per formare quei bocconcini bianchi che inevitabilmente finivano nelle nostre manine viziate ma anche perchè.......pare propria che sia stata questa la prima forma di impasto cotto dal genere umano.
In Italia ( valle del Ledro ), in alcuni ritrovamenti dell'età del bronzo, sono addirittura stati rinvenuti dei piccoli gnocchetti fatti di farina di cereali, macinata a pietra e più recentemente , presso la corte Sforzesca venivano utilizzati ( mollica, mandorle, latte ) come pasto della vittoria o in occasione di eventi importanti come i matrimoni.
Oggi gli gnocchi non li rinveniamo più negli scavi archeologici ma in qualsiasi locale che faccia cucina, dal bar sotto casa, con l'immancabile gnocco al pesto, per arrivare al ristorante stellato, in grado di proporre varianti innovative al solito impasto di patate , uova e farina.
Il vostro WebChef  ValentinoMazzola (tuttoattaccatograzie) , oggi vi propone i suoi primordiali gnocchi , conditi con un semplice sugo di mare , facili e veloci da preparare e impossibili...da dimenticare!

Ingredienti:

per gli gnocchi ( 4 persone )

1 kg di patate gialle
350 gr di farina 0
1 uovo
sale ( non troppo )

per il sugo

15 mazzancolle medie
12 pomodorini
spianaci freschi
olio-sale e pepe

Gli gnocchi li sapete fare? No? Non c'è problema, vi spiego io come prepararli.
Bollite le patate per 20 minuti , fatele raffreddare e spelatele.Ora schiacciatele con l'apposito arnese o con la forchetta ( meglio con l'arnese, fidatevi ), ponete la farina su di un piano, unite le patate e l'uovo e inziate a impastare con energia. Unite anche un pizzico di sale fino.Se l'impasto risulta troppo umido e vi si attacca alle mani, unite poco per volta la farina. Ora formate con le mani delle salamelline di impasto e tagliate dei tocchetti di egual misura ( dipende da voi se gli gnocchi vi piacciono grossi o piccoli ), passateli sul dorso di una forchetta per formare le tipiche striature e IL GIOCO E' FATTO. lasciateli riposare qualche ora spolverandoli con la farina in modo che non si attacchino. Avete fatto gli gnocchi!






Il sugo è davvero veloce da cucinare. Nella padella fate rosolare in poco olio le mazzancolle pulite e sfumatele col vino bianco. Mentre gli gnocchi cuociono in acqua salata, buttate nella padella anche i pomodorini tagliati a tocchi, il sale, una buona macinata di pepe ( se vi piace anche un po di peperoncino ). Quando gli gnocchi vengono a galla, contate fino a 10, scolateli e uniteli al sugo facendoli saltare e unendo solo ora gli spinaci tagliati a listarelle. BUON APPETITO GENTE!



I consiglio, come accompagnamento, un vino adeguatamente acido come lo Chardonnay e se vi fidate vi indico anche la cantina: Cascina Gilli e lui è l'eccezionale Rafè. Cliccate e scoprite quest'opera enologica. Cin cin!





Sapete com'è la questione? La prima volta che prendi la padella in mano e produce qualsiasi cosa, anche di semplicissimo, non risulta mai banale agli occhi di chi ti conosce e ti vuole bene.
"Bravo Valentino, bravo....che buone le uova strapazzate che hai fatto, ma sei proprio un provetto cuochino, bravo....." e tu congoli guardando il papà e la mamma che addentano voraci e soddisfatti quel misto tra uovo strapazzato, all'occhio di bue e alla coque.
Poi i tempi cambiano, inizii a destreggiarti alquanto tra i fuochi della tua cucina e  non solo, e in maniera proporzionale penseresti che arrivassero anche i "bravo ValentinoMazzola...che piatto...." e invece scopri che al posto dei sorrisi , dello stupore e del disinteressato apprezzamento di parenti e amici , iniziano a giungere sempre più numerose richieste, consigli, critiche, insomma recensioni, come se di colpo tutti i componenti delle giurie di MasterChef e della guida Michelin si fossero riuniti e avessero deciso di banchettare nel salotto di casa tua.
A tal proposito diventa anche più difficile soddisfare i palati di chi mi conosce già sotto l'aspetto culinario,come i miei genitori, scesi l'altra settimana in Riviera con un' unica ed imperativa missione: Mangiare tutto il pesce che il mare Adriatico potesse loro offrire.
Diciamo che i vari ristorantini mi hanno aiutato sotto questo aspetto ma ovviamente il sottoscritto si è ( piacevolmente ) dovuto cimentare in qualche piatto nuovo da poter far assaggiare a mamma e papà.
" Ce l'hai il Carnaroli ?..."  Questa l'ultima sibillina domanda fattami da mio padre prima che io iniziassi a cucinargli il mio " Risotto al sugo bianco di cozze e mazzancolle".
"...si papà ce l'ho il Carnaroli!..."


Ingredienti: x 2

5 pugni di riso Carnaroli ( il più indicato per risotti di pesce )
25 cozze ( quelle della zona di Cervia per me sono il top )
10 mazzancolle fresche
scalogno ( per fare i fighi )
aglio
peperoncino ( calabrese sarebbe meglio )
pepe
sale ( assaggiare please )
prezzemolo
1/2 bicchiere di vino bianco ( buono,no Ronco)




Fate aprire le cozze in una pentola con solo un filo d'olio e se volete due spicchi di aglio.
Preparate un trito fine di aglio e scalogno e fatelo imbiondire in olio e.v.o.,poi saltate il riso per circa un minuto e fatelo sfumare con un mezzo bicchiere di vino bianco.
Sgusciate le cozze ma tenete l'acqua di cottura che userete come brodo per la cottura del risotto ( se volete,io non sempre lo faccio, potete utilizzare se lo trovate,il ristretto di pesce naturale che non è il dado però).Mettetele da parte. Ora iniziate a bagnare il riso con il brodo allungato e dopo cinque minuti unite le mazzancolle e fatele cuocere dolcemente.Rilasceranno i loro sughi e insaporiranno il piatto.Aggiungete il peperoncino e il prezzemolo tritato ( a piacimento,io ne metto pochissimo). A 3 minuti dalla fine della cottura unite le cozze sgusciate e fate finire.Una volta spento il fuoco date una bella macinata di pepe e servite.
Un piatto veloce da preparare e alternativo al solito risotto rosso di pesce.
Accompagnate con un vino mediamente acido.Io ho scelto una Favorita delle Langhe,cliccate e scoprite i segreti di questo vino.
Buon appetito.



Leggendo il titolo forse, alcune di voi, si saranno chieste se oggi avevo l'intenzione di deliziare, al posto del palato, la vista, proponendo immagini dei nostri bellissimi candidati elettorali. Fugo immediatamente ogni dubbio, in modo che possiate tranquillamente continuare a leggere questo mio excursus gastronomico domenicale senza avere il timore di imbattervi nell'ennesima proposta elettorale a mezzo web.No.
Sapete cos'è? Io, oggi , stanco  e imbibito come una spugna di insulti, promesse, impegni e ...disillusioni varie, ho deciso di votare per me stesso e per le cose di cui ho ancora voglia di circondarmi, nonostante tutto e tutti.
E ben sapete che tra i miei piaceri ( non doveri, badate bene cari ansiobloggers ) vi è anche quello di cucinare, sperimentare e conseguenzialmente assaporare le ricette che molto gentilmente mi vengono prestate o regalate dagli amici ( più amiche a dire il vero ).
E' proprio questo, uno di quei casi in cui, un'amica , mi ha donato una sua creazione , dandomi poi modo di poterla inserire su questo mio piccolo diario enogastronomico...e non solo.
Oggi non è giovedì e forse trasgredendo un po' a quelle regole dettateci dalle nostre nonne , ho immaginato di poter arricchire la tavola di  un giorno di festa  e di sole con un piatto che unisce la buona tradizione italiana con la freschezza e la genuinità di ingredienti freschi e invitanti anche in un inizio di stagione estiva come questo.
Grazie alla mitica Bruna, oggi scopriremo questi gustosissimi Gnocchi di farina integrale con sugo di sedano, alici , pomodori secchi e limone.

Ingredienti:

Farina integrale 200 gr
Patate farinose 600 gr
sale ( 3 prese )


Per il sugo:

olio
aglio
sedano
pomodori secchi
alici
sale e pepe
un mezzo limone

Se gli gnocchi non sapete ancora prepararli o vi siete dimenticati il procedimento, facciamo un veloce ripassino.
Bollite le patate e spelatele.Schiacciatele e unite il sale e l'uovo intero.Amalgamate bene e poi unite la farina (integrale, in questo caso) fino a quando l'impasto l'assorbe.
Ora, con l'impasto compatto, formate dei salamini su di un tagliere spolverato di farina e iniziate a tagliare i vostri gnocchi.
Per il condimento, in una padella fate rosolare dell'aglio , unite il sedano e successivamente i pomodorini, tutto tagliato molto sottile.Aggiungete qualche alice spezzettata che dona un po' di decisione al sapore.Senza aggiungere sale, date una bella spolverata di pepe nero e a fine cottura una spruzzata di limone con a scelta anche una grattata di buccia (solo il giallo mi raccomando).
Il sugo e pronto. Bollite gli gnocchi in acqua salata e appena vengono a galla ,scolateli e saltateli per un minuto con il condimento. Buon appetito e grazie Bruna!

Consigliatemi un buon vino in abbinamento. Lo inserirò volentieri , citando la fonte, ovviamente. Utilizzate i commenti qui sotto.